Buona Pasqua da un Paese sostenuto dall’iniziativa quaresimale “Un pane per amor di Dio”

Auguri dal Libano

C’è un grande bisogno di supporto psico-sociale tanto per gli adulti quanto soprattutto per i bambini

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La Pasqua dopo la Quaresima

Anche quest’anno, la Quaresima è stata un’occasione per aprire il cuore e lo sguardo “fino agli estremi confini della terra”, in quei luoghi remoti dove i nostri missionari e missionarie annunciano il Vangelo con coraggio e dedizione.

La campagna di solidarietà “Un Pane per Amor di Dio” ci ha permesso di costruire ponti di amicizia e sostegno economico con le comunità cristiane che vivono in situazioni di povertà, guerre e carestie. Quest’anno i progetti quaresimali del “Pane” sono stati destinati soprattutto ai bambini, alla loro educazione, alla loro salute e al loro benessere. Slogan di quest’anno era “Con gli occhi dei bambini”, con il riferimento alla frase evangelica attribuita a Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite”. I progetti con cui abbiamo inteso sostenere i nostri missionari, in particolare per aiutare i bambini, sono stati i seguenti: programma supporto a donne e bambini in Ecuador; sosteniamo i bambini dell’asilo in Costa d’Avorio; superiamo i traumi della guerra in Libano; una scuola per i bambini sfollati in Birmania.

Buona Pasqua dagli amici del Libano

In questi giorni ci ha scritto l’amico padre Damiano Puccini, missionario in Libano:

«Il Libano, ancora scosso dai 67 giorni di guerra che si sono sommati alla cronica crisi economica e sociale, prova a rialzarsi dopo anni di buio. Purtroppo, nelle ultime settimane si è assistito a una parziale ripresa del conflitto dello scorso anno, che ha causato ancora a tutt’oggi 100.000 sfollati che non hanno più un’abitazione dove andare, perché rasa al suolo o gravemente danneggiata. C’è un grande bisogno di supporto psico-sociale tanto per gli adulti quanto, soprattutto, per i bambini.

La valuta libanese continua ancora a perdere oltre il 95 per cento del suo valore rispetto al dollaro. A causa anche della fragilità della Siria, circa un milione e mezzo di profughi siriani sono di fatto ancora sul suolo libanese, aggiunti ai 500.000 palestinesi. Anche le famiglie, un tempo di reddito medio, possono pagare solo una piccola parte delle spese per la degenza ospedaliera. Il resto viene coperto da amici o parenti emigrati all’estero. Guerre e conflitti interni, crisi economiche, sfollamenti forzati e mancanza di fondi hanno causato un’escalation dell’epidemia di AIDS in Medioriente dal 2010 a oggi, con un aumento del 116%».

I volontari di padre Damiano

L’associazione di volontariato fondata e sostenuta da Padre Damiano, denominata “Oui pour la Vie”, distribuisce cibo con la cucina, assistenza sanitaria, sostegno scolastico alla popolazione in difficoltà di ogni appartenenza e provenienza, con particolare attenzione ai malati di AIDS, che sono sempre più relegati ai margini della vita sociale. Racconta un volontario: «Ahmad e Rajab, due giovani siriani rifugiati di 19 anni, sono ritornati alla nostra scuola di “Oui pour la Vie”, nella quale erano venuti da piccoli come analfabeti per due anni per imparare a leggere e a scrivere. Oggi Ahmad è stato riammesso nella nostra scuola per aiutare nell’apprendimento i bambini più piccoli, mentre Rajab cerca di insegnare gratuitamente anche ai rifugiati siriani della sua zona a leggere e scrivere.

“Oui pour la Vie” è molto orgogliosa di tutto questo perché il seme che abbiamo piantato ora è diventato un albero pieno di frutti, che sicuramente darà vita anche ad altri semi, affinché diventino anch’essi piante rigogliose. Abbiamo saputo che Ahmad ha dato metà del suo stipendio a Rajab, affinché possa continuare ad aiutare i suoi coetanei a studiare l’arabo».

Il Libano dopo la guerra

Circa un mese fa precisava padre Damiano: «Dopo la guerra, più di un milione di libanesi è tornato al Sud, dove il 90% dei loro villaggi è stato completamente distrutto. La gente si rifiuta comunque di lasciare la propria terra e costruisce tende per restare vicino a quello che resta della propria casa. Tra questi c’è anche una famiglia di 9 persone che durante la guerra ha vissuto con noi nel centro di “Oui pour la Vie”. Grazie a loro, i nostri volontari hanno potuto prendere il furgone dell’Associazione per andare a realizzare una cucina mobile sul terreno di questa famiglia. Abbiamo così anche la possibilità di visitare con la nostra cucina mobile altre famiglie accampate, con particolare attenzione ai bambini. Ricordiamo anche il primo anniversario della nostra casa di Beirut che, trovandosi vicina a zone bombardate, ha continuato a essere senza interruzioni un riferimento per malati poveri e anche un punto di distribuzione di pasti preparati dalla cucina di Damour, consegnati talvolta anch’essi a domicilio dai nostri volontari durante le loro visite nei rifugi durante il recente conflitto. In questo mese “Oui pour la Vie” ha festeggiato i 10 anni della nostra Cucina di Damour. È per noi un traguardo molto significativo. Questo servizio non è mai stato interrotto, nemmeno durante il recente conflitto, diventando così un punto di riferimento sicuro per le situazioni più estreme. I nostri volontari sono sempre disponibili per monitorare i casi più gravi, recandosi nelle loro dimore, per consegnare anche a domicilio i pasti per coloro che hanno problemi a venire nella nostra sede.  Questo rappresenta anche una testimonianza di convivenza pacifica tra gruppi caratterizzati da posizioni diverse nel recente conflitto. Un grazie ai numerosi benefattori che ci hanno sempre sostenuto, con costanza e spirito di rinuncia».

«Desideriamo porgere a tutti i migliori auguri di Buone Feste di Pasqua», precisa padre Damiano, a nome anche dei suoi volontari.

Edf – Damiano Puccini