La campagna di solidarietà “Un Pane per Amor di Dio” ci permette di costruire ponti di amicizia e sostegno economico con le comunità cristiane che vivono in situazioni di povertà, guerre e carestie. Quest’anno i progetti quaresimali del “Pane” sono destinati soprattutto ai bambini, alla loro educazione, alla loro salute e al loro benessere». I progetti sono i seguenti: programma supporto donne e bambini in Ecuador; sosteniamo i bambini dell’asilo in Costa d’Avorio; superiamo i traumi della guerra in Libano; una scuola per i bambini sfollati in Birmania.
Birmania: il recente terremoto
A fine marzo, don Bruno Soppelsa, nostro missionario in Thailandia, ci aveva aggiornati sul terremoto che aveva colpito la missione dove opera: «Noi qui a Lamphum stiamo bene. A distanza di un secolo qui non ricordano di aver subito un terremoto così forte. In genere, le strutture han tenuto abbastanza bene, a eccezione del grattacielo crollato a Bangkok. Se non ci fosse stato quel crollo, la scossa durata più di 1 minuto avrebbe causato solo una gran paura. Qui a Lamphum non abbiamo costruzioni alte, per cui si sono registrate solo tante crepe sui muri e, comunque, una grande paura». Don Bruno, che nella sua missione ospita vari birmani sfollati a causa della guerra civile, precisa: «Del Myanmar non si sa molto, solo quello che la Giunta Militare fa trasparire, nascondendo, limitando le immagini delle conseguenze del terremoto nelle zone dell’epicentro a Mandalay. Si parla di un terremoto magnitudo 7.7, ma qualcuno afferma sia stato di 8.2. Oltre alle vittime e ai crolli, si registrano strade e campagne aperte con voragini, ponti distrutti, comunicazioni ed elettricità interrotti, già prima razionati. Di conseguenza anche gli aiuti sono molto rallentati e limitati». Afferma una collaboratrice birmana di don Bruno: «È difficile capire come aiutare la popolazione senza rischiare che gli aiuti arrivino alla Giunta Militare, che poi fa quello che vuole, senza aiutare chi davvero ha bisogno!». La signora, fuggita dal Myanmar, fa parte di un gruppo di cattolici birmani scappati dal regime militare, che sono in contatto, per quanto possibile, con i parenti e gli amici in patria. «Abbiamo sempre mandato aiuti, perché la popolazione sta creando abitazioni alternative nella foresta, essendo le città e i paesi bombardati dalla Giunta Militare. Gli aiuti che riceviamo li facciamo avere agli sfollati. Si tratta di persone e zone vicine all’epicentro del terremoto, che già abbiamo aiutato in questi anni con il progetto dell’asilo sostenuto dai bellunesi attraverso l’iniziativa Un pane per Amor di Dio».
Birmania: il progetto della scuola
Ricordiamo l’iniziativa quaresimale di quest’anno, che vuole sostenere una scuola per i profughi birmani, oltre agli aiuti ai terremotati. La maggior parte dei parrocchiani del nostro missionario don Bruno Soppelsa e don Ferdinando Pistore (della diocesi di Vicenza) viene dal Myanmar, in particolare dallo stato del Kayah, diocesi di Loikaw dove, da ormai 4 anni dopo l’ultimo colpo di stato, la situazione va di male in peggio sotto il silenzio e nell’indifferenza della comunità internazionale. Ci scriveva don Bruno: «La Giunta Militare è stata protagonista di rappresaglie efferate nei confronti della popolazione civile, invadendo villaggi, trucidando e bruciando persone, a volte con truppe di terra e a volte con bombardamenti aerei. Come risultato moltissime persone sono state costrette a fuggire e tentare di trovare un po’ di sicurezza nella foresta, in alcuni campi profughi o in altri villaggi al momento non ancora attaccati.
In uno di questi villaggi, Sibu, è venuta la richiesta dei genitori di poter mandare a scuola i bambini. Vorremmo permettere che, pur nell’esperienza traumatica dello sfollamento e del rifugio a Sibu (e delle conseguenze del recente terremoto), non si chiuda ai bambini l’opportunità di una crescita, per un futuro più luminoso».
In una precedente missiva, precisava don Bruno: «Abbiamo fatto arrivare aiuti diretti nel territorio birmano di Loikaw, dove la popolazione è dovuta scappare prima nella foresta, senza cibo e vestiti, e infine nelle altre province. Attualmente è difficile trovare riso (o altre cose da acquistare) e quando si trova è in piccola quantità e a prezzi molto alti. In un villaggio hanno tentato di organizzarsi per accogliere i bambini nella scuola materna. Non ci sono però risorse. Per questo abbiamo pensato di concentrarci su quel villaggio e di chiedere anche il generoso sostegno della diocesi di Belluno-Feltre».
EDF
- THAILANDIA – Don Bruno Soppelsa in visita agli abitanti di un villaggio
- THAILANDIA – La famiglia birmana di un neo battezzato
- THAILANDIA – Parte della comunità birmana della parrocchia di don Bruno Soppelsa