«Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla» (Lc 9,16).
Questo miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, somiglia molto all’evento dell’Ultima Cena. Ci sono infatti diverse cose in comune: alzò gli occhi al cielo, li spezzò, li dava ai suoi discepoli…
Gesù compie il miracolo ed inizia a distribuire pani e pesci, affinché tutti ne mangino. Soddisfa e premia una sola volta tutte le persone, che hanno avuto il coraggio di seguirlo fin nel deserto.
I discepoli non sempre riescono a seguire i suoi ragionamenti e i suoi insegnamenti. Anche questa volta oppongono una benevola resistenza: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci…». Nonostante tutto si fidano. Fan sedere le persone e assistono al miracolo della moltiplicazione.
Anche la sera dell’Ultima Cena oppongono una benevola resistenza. Il Maestro decide di lavare loro i piedi e Pietro si scandalizza. Poi Gesù prende il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli. Le parole le conosciamo molto bene, perché sono le parole che quotidianamente il sacerdote pronuncia alla Santa Messa.
L’aspetto più importante è che, dopo aver preso il calice del vino, disse «Fate questo in memoria di me». Ed è proprio davanti a questa richiesta che il mondo intero si ferma e ricorda e contempla il mistero di un Dio fatto uomo che si consegna nelle mani dell’umanità.
Oggi, in questa domenica del “Corpus Domini”, ci fermiamo a contemplare la grandezza di un Dio, che riesce ancora oggi a essere vivo in mezzo a noi. Dio ha scelto un comune pezzo di pane, per essere tra la gente, indifeso certo, ma desideroso di condividere la nostra vita. Come i discepoli del Vangelo, anche noi siamo chiamati a vincere quelle che sono le nostre resistenze interiori, affinché la nostra vita possa essere completamente rischiarata dalla Sua viva presenza.