4ª domenica del tempo ordinario - anno B

«Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!»

a cura di don Ezio Del Favero

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Un uomo è disperato nero…

La tradizione popolare è ricca di leggende che parlano del diavolo e della lotta atavica tra bene e male, Dio e il demonio. Una di queste leggende racconta: «Un povero padre di famiglia, disperato, una notte venne a patti con il diavolo, che gli disse: “Io ti faccio vivere trent’anni, pieno di ogni ricchezza, però quando muori l’anima me la prendo io”. Arrivato a casa, l’uomo trovò una valigia piena di soldi. Comprò un’enorme tenuta, cavalli, vacche, pecore, addirittura un castello… Più gli anni passavano, però, più l’uomo diventava malinconico perché cominciavano a scadere i trent’anni. I figli gli chiedevano: “Perché sei triste?  Guarda quanto benessere e ricordati della fame che abbiamo patito!” Egli cercava di tranquillizzarli, ma era davvero triste. Il giorno che a mezzanotte doveva morire era disperato nero…».
Questo racconto, che da buona tradizione popolare attinge alla vita comune, non è poi così lontano dall’esistenza di tante persone che, spinte dal bisogno o dall’ignoranza (nel senso di ignorare), si lasciano sedurre dal male per poi sprofondare nella disperazione. Il Vangelo presenta un indemoniato, vittima innocente (più o meno) del diavolo.

Dio è assente, indifferente, non esiste…

In apparenza, nella vicenda di quel padre di famiglia Dio è assente, spietatamente indifferente. La storia continua: «La sera in cui l’uomo doveva morire, faceva un tempaccio. Capitò un vecchietto che andava per elemosina: “Posso entrare per un piatto di minestra?” “Entra, mettiti a sedere!” Il vecchietto chiese all’uomo: “Perché sei triste?”. L’uomo gli raccontò tutto e l’ospite lo rassicurò: “Non disperarti, ti aiuterò io!”… Il vecchietto – ovvero San Martino secondo la leggenda – si mise a fare dei segni di croce e così il diavolo non poté incontrare l’uomo disperato e prendersi per l’eternità la sua anima…».
Solo in apparenza, Dio non c’era…

Il demonio non vince mai la guerra…

Termina la leggenda: «Il diavolo se ne andò e il vecchietto spiegò: “Gesù dice: il Padreterno, mi ha mandato… Tu, in effetti, hai fatto un patto col diavolo, ma preso dalla disperazione. Per tutta la tua vita sei stato bravo, hai fatto del bene a tanta gente, sei stato generoso con i poveri… E allora il Padreterno mi ha mandato a salvarti l’anima dal demonio”…».
La storia acquisisce pieno significato in una società povera ed emarginata, ma vale anche per i tempi di oggi dove il maligno s’infiltra in qualsiasi forma di povertà. Dio lo sa e per questo interviene, come nel Vangelo o nell’immaginario (non così lontano dalla vita comune) della tradizione popolare.  Dio assolve il peccato di disperazione del povero e lo salva, dimostrandogli che non è assente, anzi lo ama!
Scrive il presbitero ed esorcista Gabriele Amorth:  «Il demonio può vincere delle battaglie. Anche importanti. Ma mai la guerra!».

 

Per riflettere
  • Siamo sicuri di essere immuni dagli “spiriti impuri”, le forze demoniache che possono scatenarsi dalle profondità del cuore, espressioni del proprio egoismo e della propria arroganza di autosufficienza ?
  • John Wesley, teologo inglese del XVIII secolo: «Fate tutto il bene che potete, con tutti i mezzi che potete, in tutti i modi che potete, in tutti i luoghi che potete, tutte le volte che potete, a tutti quelli che potete, sempre, finché potrete…».