Il Consiglio presbiterale della diocesi di Belluno-Feltre si è riunito presso il Centro Papa Luciani nella giornata di lunedì 19 maggio per soffermarsi sul tema di come vivere il ministero presbiterale oggi.
La tematica, già trattata in altre riunioni del Consiglio sotto vari punti di vista, si rivela particolarmente urgente sia perché troppo spesso si rischia di avere prassi diverse tra preti anche vicini, sia per la fatica di portare tutte le incombenze specialmente amministrative e gestionali che il ministero del parroco richiede, sia in particolare perché ormai quasi per tutti il ministero di prete è segnato dal fatto di viverlo in più parrocchie insieme. Questa diventerà a breve la situazione normale per tutti: è una situazione delicata e certamente difficile, ma anche affascinante e promettente, cogliendo poi quelle opportunità che il cambiamento sociale, culturale ed ecclesiale di oggi sta offrendo. Il fatto di essere preti in più parrocchie cambia il ministero del prete e cambia le comunità stesse. Chiaramente tutto ciò va inserito nel contesto della collaborazione tra parrocchie ormai maturato in tutta la Chiesa diocesana e che avrà a novembre prossimo un punto importante di verifica e di rilancio ulteriore.
Un punto di partenza di grande interesse è stato un incontro tenuto qualche sera prima dal Vescovo coi parroci della nostra Diocesi, attualmente otto in tutto, che hanno nel loro ministero un numero da 5 a 8 parrocchie.
Da tale incontro è emerso che ci sono alcune componenti positive riconoscibili e acquisite: l’arricchimento che deriva dal camminare insieme di più comunità e dal collaborare dei preti tra loro, che comportano l’insorgere sorprendente di una pluralità di risorse all’interno delle comunità. È stato ribadito l’indispensabile apporto dei Consigli pastorali nell’attuare tutto questo. Certo, ciò comporta elementi da abbandonare, come andare avanti nella pastorale da soli e senza confrontarsi con gli altri e con quanto indica la Chiesa di oggi, come pure il moltiplicare iniziative, attività e pure celebrazioni liturgiche in una modalità che non risulta più sostenibile e neppure significativa ed efficace. Non mancano indizi promettenti su cui lavorare e che già stanno emergendo e dando fiducia, come il senso di corresponsabilità che sta diffondendosi e ampliandosi tra i fedeli, la possibilità di “razionalizzare le risorse” e la bellezza di vivere momenti di vita parrocchiale e celebrazioni sentendo un clima più comunitario e partecipato.
Forse il punto più delicato di tale incontro dei parroci con parrocchie numerose e che è stato sviluppato molto nel Consiglio presbiterale del 19 è stata la riflessione su aspetti di fatica da sanare. In particolare è emersa la necessità di sentirsi maggiormente “presbiterio” e di camminare insieme con più autenticità; la fiducia è sentita come componente essenziale sia tra preti che reciprocamente tra preti e fedeli tanto che c’è bisogno di maggior gratuità, e riconoscenza e stupore di fronte all’altra persona che sempre e in ogni caso è in grado di trasmettere qualcosa. Altro punto, già trattato in precedenti riunioni e che andrà ancora precisato, è il fatto della gestione amministrativa delle comunità e degli enti. Una maggior razionalizzazione anche di tale elemento potrà fornire ai preti quella maggiore serenità che aiuta tra l’altro a prendersi cura di sé e a coltivare adeguatamente la propria spiritualità e umanità in tutte le sue dimensioni.
La discussione in Consiglio è stata varia e molto interessante e ha toccato tanti punti diversi. È sembrato irrinunciabile l’elemento della vicinanza del prete alla gente: per tanti si realizza attraverso la visita e benedizione alle famiglie, per altri può trovare forme e canali nuovi. Altro elemento più volte ribadito nel confronto è stato l’invito ad andare avanti insieme: diventa impensabile e fuorviante che oggi il prete persegua un “fai-da-te” che lo porta anche a fare “tutto da solo”.
La tematica, che tocca in modo forte la vita stessa dei preti, andrà ovviamente approfondita coinvolgendo il più possibile tutto il resto del presbiterio, e un’occasione preziosa sarà già l’esperienza formativa di due giorni per i preti della Diocesi che avrà luogo dal 10 al 12 giugno a Crespano del Grappa. Davvero si proverà il più possibile, tutti i preti della nostra Chiesa e senza dimenticare il confronto con le comunità, a domandarsi: che cosa è irrinunciabile nel ministero del prete oggi? Come concretizzarlo con un senso di maggiore collaborazione reciproca? Come ritrovare in questo modo serenità e fiducia vicendevole?