“Oggi, la missione di annunciare il Vangelo della vita in tutto il mondo e ad ogni creatura, si fa particolarmente urgente per l’impressionante moltiplicarsi ed acutizzarsi delle minacce alla vita delle persone e dei popoli soprattutto quando essa è debole e indifesa. “( EV. 3)
A trent’anni dall’uscita dell’enciclica Evangelium Vitae, rimane attuale l’urgenza di promuovere una cultura di vita e condizioni che la agevolino, dal concepimento alla morte naturale. Il testo papale offre una prospettiva di speranza e di impegno concreto di fronte alla crisi demografica, invita a promuovere una cultura della vita, in cui la famiglia sia sostenuta non solo moralmente, ma anche con adeguate politiche sociali, economiche e culturali. Il calo demografico di Belluno può essere letto come conseguenza di una società che fatica a mettere al centro la vita e la famiglia, come richiesto dal magistero della Chiesa.
L‘enciclica incoraggia le comunità locali, le istituzioni e i singoli a collaborare per creare un ambiente favorevole alla natalità, contrastando la solitudine delle famiglie, sostenendo la maternità e la paternità e valorizzando il ruolo delle donne e dei giovani. In particolare, per le aree interne di Belluno, significa investire in servizi, infrastrutture e opportunità che rendano possibile e desiderabile mettere su famiglia e restare nei territori di origine.
Con questo intento il Centro Aiuto alla Vita di Belluno, impegnato ad aiutare le madri più fragili e i loro bambini, in collaborazione con i Centri di Aiuto alla Vita della provincia, il Comitato provinciale Unicef, la Diocesi di Belluno Feltre e il Comune di Belluno propongono un momento di riflessione sui contenuti dell’Evangelium Vitae e sulla situazione demografica della provincia, al fine di contribuire a definire possibili percorsi per il presente e il futuro.
