Storia del Giubileo - 30

Il Papa riceveva i pellegrini

Il 1° aprile 1934, proprio nel giorno di Pasqua, papa Pio XI canonizzò don Bosco

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Pio XI introdusse nella storia dei giubilei un’importante novità, direi la più significativa da quando si celebrava questo evento: l’Anno santo straordinario, vale a dire celebrato al di fuori dalla cadenza periodica di 25 anni, stabilità nel 1475. Il primo annuncio di questo evento straordinario venne dato dal Papa stesso in un radiomessaggio nella vigilia di Natale del 1932. Con la bolla Quod nuper del 6 gennaio 1933 Pio XI indisse ufficialmente un «anno santo straordinario e un giubileo generale e massimo al termine del diciannovesimo secolo del compimento della nostra redenzione”.

Già nel radiomessaggio e poi nella bolla, Pio XI manifestava la sua indole di erudito e studioso affermando che fu la comune opinione dei fedeli a identificare il 33 d.C. come l’anno della morte e risurrezione di Gesù, ma che le ricerche di tanti esperti di esegesi biblica e di storia antica non erano giunte a fissare con sicurezza la data precisa della crocifissione e risurrezione di Gesù. Noto per inciso che Pio XI disse che per i suoi studi gli anni più accreditati erano il 30 o il 33: aveva colto nel segno, dal momento che ai nostri giorni gli studiosi si dividono tra coloro che sostengono come data della crocifissione il 7 aprile del 30 e altri che propongono il 3 aprile del 33. In ogni caso, affermava il Papa, «l’incertezza dell’anno nulla toglie alle certezza ed alla grandezza infinita dei benefici da noi tutti ricevuti”.

La bolla stabiliva che l’apertura della porta santa sarebbe avvenuta il 2 aprile 1933, Domenica di Passione (quinta di Quaresima) e l’Anno Santo si sarebbe chiuso il 2 aprile 1934, lunedì di Pasqua. Il giubileo aveva così la durata di un anno esatto.

Pio XI vedeva nella celebrazione del centenario della Redenzione un momento di ristoro spirituale per l’umanità, un invito a non restare irretiti nelle contrapposizioni che pur dopo 15 anni dalla fine della Grande Guerra non erano diminuite. Infatti Pio XI affermava: «sarà già non lieve beneficio che il mondo non senta più unicamente, o quasi, parlarsi di conflitti e di contrasti, di diffidenze e di sfiducia, di armamenti e di disarmi, di danni e di riparazioni, di debiti e di pagamenti, di dilazioni e di insolvenze, di interessi economici e finanziari, di miserie individuali e di miserie sociali; non senta soltanto queste note, ma anche quelle di così alta spiritualità e di così forte richiamo alla vita e agli interessi delle anime”.

Il Papa raccomandava vivamente che si compissero pellegrinaggi in Terra Santa, mentre per agevolare i pellegrini che venivano a Roma, non obbligandoli ad una lunga permanenza, ridusse a tre le visite necessarie alle quattro basiliche al fine di ottenere l’indulgenza. Queste visite si potevano svolgere in giorni diversi, ma anche nello stesso giorno, anzi «i fedeli, appena usciti dalla basilica dopo aver compiuto la sacra visita, possono di nuovo e subito rientrarvi per compiere la seconda e la terza visita”.

Per la prima volta dall’annessione di Roma all’Italia (1870), il Papa poté presiedere solenne celebrazioni in tutte quattro le basiliche giubilari. E anche questo contribuì a rendere straordinario l’Anno Santo.

Notevole il numero delle beatificazioni e delle canonizzazioni nel corso del giubileo: nove coloro che vennero beatificati, tra i quali la mistica lucchese Gemma Galgani (1878-1903) e Caterina Labouré, la suora parigina alla quale la Vergine apparve nel 1830, affidandole il compito di far coniare la medaglia, che poi i fedeli acclamarono miracolosa. Altrettante la canonizzazione, tra le quali spiccano quelle di Bernadette Soubirous (1844-1879), veggente di Lourdes, e due grandi apostoli della carità quali Giuseppe Cottolengo (1786-1842) e Giovanni Bosco (1815-1888); Pio XI aveva avuto modo, in giovane età, di conoscere personalmente il grande santo educatore di Torino. La canonizzazione di Giovanni Bosco venne solennemente celebrata il 1° aprile, giorno di Pasqua, e segnò così il coronamento dell’Anno Santo, che venne chiuso il giorno seguente.

Il numero dei pellegrini che raggiunsero Roma fu ancor maggiore rispetto a quelli del giubileo precedente e Pio XI desiderava che l’incontro con lui fosse un momento immancabile del loro pellegrinaggio; a tal proposito il suo segretario, il milanese Carlo Confalonieri, annotava: «la consuetudine di ricevere ogni giorno, anche collettivamente, può dirsi propriamente sua, non volendo egli che i pellegrini dovessero aspettare anche un solo giorno di più per visitare il Papa, o, peggio, fossero costretti a ripartire senza averlo veduto».

don Claudio Centa