Adeguamento liturgico della Cattedrale

La presentazione dei lavori in Cattedrale

«...un esempio di come la creazione artistica contemporanea possa contribuire a trasmettere il senso del luogo»

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Suono di campane a festa nella serata di venerdì 28 marzo. Pian piano la Cattedrale di Belluno accoglie le persone intervenute per la presentazione dei lavori di adeguamento liturgico, che hanno comportato la chiusura dell’edificio dal 7 gennaio fino ad ora: «un progetto che affonda le sue radici nel desiderio di rinnovamento nato dal Concilio Vaticano II. Il lungo percorso che ha portato alla realizzazione di questo intervento ha visto la partecipazione di numerosi attori».

Il primo a prendere la parola è il vescovo Renato, che non ha nascosto i suoi «sentimenti di soddisfazione e per il traguardo raggiunto», sottolineando l’importanza di questo adeguamento non solo dal punto di vista architettonico, ma anche spirituale e comunitario. Ha ricordato le difficoltà affrontate negli ultimi anni, dall’emergenza causata dalla tempesta Vaia nel 2018 ai mesi della pandemia, momenti in cui le celebrazioni si sono svolte con un numero ridotto di fedeli e sono state trasmesse attraverso Telebelluno. In quel periodo la Cattedrale è entrata nelle case dei bellunesi, facendola diventare «la casa del cuore».

Ha poi ricordato come il progetto abbia preso forma ancora nel 2017, con i primi studi e valutazioni. Si è poi concretizzato attraverso un bando nazionale promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha coinvolto inizialmente 56 diocesi; tra queste, solo Belluno-Feltre e Cremona sono state scelte nel Nord Italia. Dopo una prima fase di selezione, a cui si erano interessati circa trenta progetti, cinque proposte progettuali sono state individuate, tra cui quella che infine è stata realizzata.

Un luogo liturgico vivo e accogliente

Don Alberto Giardina, direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale, ha evidenziato come l’iniziativa rientri nell’impegno della CEI di fare in modo che le chiese non siano solo edifici architettonici, ma luoghi vivi, in cui le comunità cristiane possano riunirsi e celebrare. «La cattedrale è una casa del cuore, una casa per la città e per la diocesi», ha affermato, sottolineando il valore simbolico di uno spazio che accoglie la Chiesa nei momenti più importanti della vita della comunità.

Il Soprintendente Vincenzo Tiné, impossibilitato a partecipare di persona, ha inviato un messaggio in cui ha espresso il proprio apprezzamento per l’equilibrio raggiunto tra il contesto monumentale della Cattedrale e le nuove opere d’arte inserite. Ha sottolineato come l’intervento, frutto di un dialogo costante tra Diocesi, artisti e architetti, abbia evitato contrasti stilistici, riuscendo a integrare armoniosamente antico e moderno. «Credo che Belluno diventerà un esempio di come la creazione artistica contemporanea possa contribuire con pari forza comunicativa e impatto estetico a trasmettere il senso del luogo, accompagnando nuove funzionalità liturgiche senza provocare scissioni e contrasti percettivi con il contorno», ha scritto nel suo messaggio.

Sentito il breve saluto del presidente della Provincia, Roberto Padrin, che ha ricordato il giorno in cui salì con il vescovo nella cava di Castellavazzo per la scelta della pietra utilizzata per le realizzazioni. E dopo di lui il sindaco della città, Oscar De Pellegrin, che ha ricordato come la Cattedrale non sia solo il centro delle celebrazioni, ma anche un luogo di incontro, spiritualità e cultura.

Il progetto: dialogo tra storia e contemporaneità

Dopo un breve intermezzo, animato dalla Cappella musicale della Cattedrale con l’esecuzione di «Tu es Petrus», ha preso la parola l’architetto Francesca Leto, che ha ricordato le indicazioni contenute nel Documento Preliminare alla Progettazione del vescovo Renato: «Immaginando un rapporto tra i tre luoghi più evidenti nella celebrazione dell’Eucaristia – altare, ambone, cattedra episcopale – colgo una sorta di dialogo aperto tra di essi e l’insieme dell’Assemblea liturgica articolata nella ministerialità che la caratterizza».

L’altare, a pianta quadrata, è stato collocato al centro della cupola, luogo simbolico di connessione tra cielo e terra. La cattedra episcopale è stata posizionata in modo da diventare un punto di riferimento per la comunità, mentre l’ambone, riprendendo un’antica tradizione, si avvolge attorno al primo pilastro della navata, avvicinando così la Sacra Scrittura ai fedeli.

I materiali utilizzati sono quelli storici della Cattedrale: la pietra di Castellavazzo in diverse sfumature, scelta per garantire continuità tra il nuovo e l’antico. Tra gli elementi decorativi spiccano la croce astile, realizzata in ottone argentato da Mauro Zocchetta, e le decorazioni a intarsio curate da Caterina Gabelli. La struttura dei nuovi elementi si appoggia alla preesistenza senza intaccarla, sottolineando la volontà di rispettare e valorizzare il patrimonio storico della Cattedrale.

Un lavoro corale

Il progetto è stato realizzato da un’equipe guidata dall’architetto Francesca Leto, con il contributo degli architetti Michele Battistella e Daniele Bertoldo, il liturgista Gaetano Comiati, e il maestro delle cerimonie Luca Gazzoni. «Progettare e realizzare un adeguamento liturgico per una cattedrale è un’operazione tanto delicata quanto affascinante», ha dichiarato Leto. «Vanno tenuti insieme la storia dell’edificio, la celebrazione liturgica, il significato simbolico dello spazio e il lavoro artigianale. Solo attraverso un dialogo costante tra tutte le figure coinvolte si possono ottenere risultati di qualità».

Infine il Vescovo ha voluto esprimere la propria gratitudine a tutte le maestranze, artigiani e volontari che hanno lavorato con dedizione alla realizzazione del progetto, e ha ricordato il sostegno delle Istituzioni e di vari sponsor tra cui Cortinabanca e la Cassa Rurale Fassa Primiero Belluno.

La chiusura è stata ancora affidata alla Cappella musicale, che ha eseguito il mottetto Sacrificavit Moyses di Johann Baptist Hilber, che riprende il significativo testo di Esodo 24: «Mosè consacrò un altare al Signore, offrendovi olocausti e immolandovi sacrifici: fece il sacrificio della sera in soave odore per il Signore Dio, alla vista dei figli di Israele».