A cura di don Matteo Colle (18ª domenica del tempo ordinario - Anno C)

La vita non dipende dai tuoi beni

Avrò lo sguardo della persona riconoscente, che ha ricevuto e che sa bene che tutto è dono

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

E disse loro: «Badate di tenervi lontano da ogni cupidigia, perché se uno è molto ricco, la sua vita non dipende dai suoi beni» (Lc 12,15)

Nel versetto successivo Gesù racconta la parabola di un ricco signore, che accumula un sacco di beni terreni e si mette in pace con sé stesso. Dispone ormai di così tanti beni che non avrà proprio altre preoccupazioni finché vive. Bene per lui! Ma se quella notte stessa, in cui tu avrai messo al sicuro tutti i tuoi beni ti sarà richiesta la tua vita? Di chi saranno i tuoi beni? Con che cosa ti presenterai davanti a Dio, visto che tutto è stato lasciato al mondo terreno?

Alessandro il Grande, antico imperatore dalle grandi imprese, fece tre richieste in vita riguardanti il giorno del suo funerale: «Voglio che siano i medici migliori a portare la mia bara per dimostrare che non hanno alcun potere sulla morte; voglio che il terreno sia coperto di oro e argento e pietre preziose raccolte nelle mie conquiste; voglio che le mie mani rimangano penzolanti dalla bara, in modo che tutti le vedano».

Ed è proprio su questa terza richiesta che oggi vogliamo fermarci. Mani nude e penzolanti. Anche Alessandro il Grande, alla sua morte, non ha potuto portare nulla con sé.

Noi sappiamo bene che essere cristiani significa vivere nel mondo terreno, anelando alla vita eterna. Siamo altrettanto consapevoli che non possiamo vivere nel mondo come un anacoreta, un eremita dedito alla contemplazione.

Dobbiamo necessariamente disporre dei beni terreni. Come spesso accade è necessario stabilire per noi la giusta e saggia via di mezzo che ci consente di usare i beni del mondo senza però essere schiavi del loro fascino. Vale la pena mettere in evidenza alcuni punti essenziali.

Prima di tutto devo chiedere a me stesso: “Io, a chi appartengo?”. Sono consapevole di essere nelle mani del Signore? Di essere stato creato da Lui? Di avere una vocazione da realizzare con il suo aiuto e il suo amore? Perché se questa dimensione spirituale è chiara, allora tutto si trasforma di conseguenza. Dio mi ha creato, sono nel mondo per sua volontà, ho la libertà di scegliere e di disporre dei beni del mondo. Ecco che allora, con molta naturalezza, sarò nel mondo e disporrò dei beni terreni per il mio lavoro, per aiutare a far diventare grandi i miei figli e per il mio tempo libero. Non correrò il rischio di lasciarmi travolgere dal denaro e dalla ricchezza anche se disporrò di essa, perché il mio orizzonte sarà rivolto a Dio. Il mio sguardo sarà lo sguardo della persona riconoscente, che ha ricevuto e che sa bene che tutto è dono. Anche i beni terreni mi sono stati affidati all’interno di quella che è la mia risposta alla Vocazione che Dio mi ha affidato. Il mio tesoro sarà quindi custodire questa vita che Dio mi ha donato e affidato e tutto il resto sarà di conseguenza.