«La grandi cattedrali europee sono state costruite con i consigli dei nobili e le offerte della gente comune». Non è una battuta populistica, perché racchiude una verità: le cattedrali di un tempo furono imprese del popolo, che univa le forze per avere una bella cattedrale. Così è stato anche per la piccola città di Belluno, che ha voluto avere fin dai secoli più remoti una cattedrale spaziosa, ampia, solenne.
Per l’adeguamento liturgico la nostra diocesi può contare su un finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana, che però – com’è tipico dei bandi – chiede una compartecipazione della comunità locale.
Vescovo Renato, come è nato questo progetto?
«Il progetto nasce dalla Cattedrale stessa che, dopo 60 anni dal primo e unico tentativo di adeguarla alle esigenze della riforma liturgica conciliare, ha sospirato di poter esprimere oggi il potenziale di bellezza artistica e di testimonianza di fede che tratteneva. Questo progetto è fatto di dialogo con la Cattedrale, di desiderio di abitarla e di riscoprirla nelle sue forme rinascimentali e nella sua rassicurante capacità di accoglienza e di preghiera».
La Cattedrale è anche chiesa parrocchiale. A don Attilio Zanderigo, parroco del Duomo e decano del Capitolo, chiediamo: come la comunità parrocchiale vive questo periodo di chiusura e di attesa?
«La comunità parrocchiale, da un lato attende con ansia di vedere la realizzazione dei lavori. Si è poi trasferita molto docilmente nella chiesa di Loreto, dove c’è un bel clima di accoglienza, dato da un ambiente bello e raccolto e certamente più confortevole. Sicuramente non tutti i frequentatori del Duomo hanno imboccato la via per Loreto, ma ciò che conta è che il Signore continui a essere il punto di riferimento».
Marco Giopp, da pochi mesi economo della diocesi, sta curando l’aspetto finanziario dell’operazione. Gli chiediamo: è preoccupato?
«La diocesi ha abbracciato il progetto, con la convinzione che quello che mancava sarebbe sicuramente arrivato dal contributo della comunità diocesana. Preoccupato? Sì, ed è giusto che sia così, perché questo fa parte del mio servizio. Ma anche con la serenità di chi vede il lavorio di tante persone e fedeli all’opera perché questo sogno, inizialmente di pochi, diventi un successo – anche di sostenibilità – per tutti».
L’operazione comprenderà l’adeguamento, alcuni interventi di restauro e altri interventi sugli impianti di illuminazione, di amplificazione, di sicurezza. In totale i preventivi sommano circa 750mila euro; la CEI interviene con 300mila euro; il resto sarà coperto da fondi accantonati e dalla generosità dei fedeli.
Anche l’impresa ora avviata, in continuità con quelle volute dagli avi, è sostenuta anche dai fedeli: alcuni hanno chiesto al Vescovo come contribuire; altri gli hanno consegnato direttamente un’offerta. Ispirato da questi gesti, l’economato ha dedicato un conto corrente presso la filiale di Belluno della FPB Cassa di Fassa Primiero Belluno (Iban IT42D 08140 11900 0000 3316 9436), intestato a Diocesi di Belluno-Feltre; indicare nella causale: Pro lavori di adeguamento liturgico della Cattedrale. Un’altra comoda modalità per partecipare alla colletta è tramite PayPal, anche con carta di credito o carta di debito (clicca qui).
Fermo restando che, alla luce del Vangelo, non c’è differenza tra l’obolo della vedova e la donazione di chi ha qualche possibilità in più. Anche le acque del Piave sono fatte di gocce.