La terza edizione del Messale Romano, utilizzata nella celebrazione delle Messe dalla scorsa prima domenica di Avvento, presenta nella prossima Quaresima una novità celebrativa che si presenterà in questo contributo.
La preghiera di cui parliamo, recitata nei riti di conclusione prima della benedizione e del congedo dell’assemblea, non è una novità assoluta nella celebrazione. Questo tipo di preghiera è presente anche nei precedenti Messali, ed è stata una costante nella storia del rito della Messa.
La novità rituale è rappresentata dal fatto che in ogni giorno di Quaresima è presentata dal Messale una di queste orazioni. Nelle domeniche è fatto obbligo di recitarla da parte del celebrante che presiede il rito. Nei giorni feriali invece lo stesso Messale accanto al titolo della preghiera, aggiunge l’espressione “ad libitum”, cioè “a piacere”. Sarà utilizzata secondo opportuna valutazione di chi presiede.
Caratteristiche della preghiera “super popolum”
L’“orazione sul popolo” è collocata come quarta preghiera negli schemi proposti per la Messa, dopo le tre preghiere conosciute come Colletta, Sulle offerte e Dopo la comunione.
L’Ordinamento Generale del Messale Romano ne fa cenno come di un arricchimento della benedizione finale, parte dei riti di conclusione: «…il saluto e la benedizione del sacerdote, che in alcuni giorni e in certe circostanze si può arricchire e sviluppare con l’orazione sul popolo o con un’altra formula più solenne» (OGMR 90 ); e ancora: «In giorni e circostanze particolari questa benedizione, secondo le rubriche, viene espressa e arricchita con l’orazione sul popolo o con un’altra formula più solenne» (OGMR 167).
L’orazione sul popolo ha una suo originale ritualità che la differenzia dalle altre orazioni. Viene suggerita la opportunità di invitare l’assemblea a mettersi in un atteggiamento particolare: «Inchinatevi per la benedizione», viene chiesto ai presenti. Un invito affidato al diacono, ma in sua assenza affidato allo stesso sacerdote che presiede.
Le parole della preghiera vengono poi pronunciate dal celebrante con le mani stese sull’assemblea. Si tratta di un gesto tipico della tradizione sia biblica che liturgica.
Un’altra caratteristica di questa preghiera è quella di essere formulata non con il “noi”, come le altre tre orazioni, ma è una preghiera rivolta a Dio da chi presiede per i presenti che, concluso il rito liturgico, ritornano alla loro vita quotidiana. L’assemblea per la quale il celebrante prega è definita in diversi modi: «il tuo popolo», «i tuoi servi», «la tua Chiesa», «la tua famiglia». Cambiare il testo della preghiera suggerita portandola alla prima persona plurale, diventa non un suo arricchimento, ma uno snaturarla nella sua origine e nel suo principale significato.
I temi delle orazioni sul popolo in Quaresima
Il Messale propone, con le modalità sopra indicate, dei testi di preghiera che si caratterizzano per la loro proiezione nel vissuto che i fedeli riprendono ritornando alle loro case e alla loro vita. In questi testi si richiamano talora dei temi annunciati anche nelle altre tre orazioni o nei prefazi di Quaresima. Ma nel rito di conclusione sono non solo un richiamo, ma una precisa proposta di vita. È indicazione concreta di una spiritualità che si alimenta anche nelle parole delle preghiere. In questa prospettiva la valorizzazione pastorale e spirituale delle “Orazioni sul popolo” è affidata ai responsabili delle comunità cristiane e ai singoli fedeli.
Accostandosi prima ai testi o ascoltandoli nel momento celebrativo, è possibile cogliere la ricchezza e varietà dei temi che li ispirano e li valorizzano per i contenuti. Si accenna ad alcuni tra i principali che possono accompagnare «l’itinerario spirituale», come è definito il tempo di Quaresima verso la Pasqua. Nelle invocazioni si richiamano tra gli altri: «penitenza e conversione», «la benedizione come dono di Dio», «atteggiamenti quaresimali non come conquista ma come dono di Dio», «il perdono da parte di Dio», «la sconfitta del peccato e del male», «lo spirito di carità», «la fiducia in Dio». Sarà arricchimento spirituale cogliere la indicazioni dei doni spirituali che il tempo Quaresimale, cammino verso la Pasqua, il Signore elargisce alla comunità cristiana e ai singoli fedeli.
Un recupero importante da valorizzare.
Le preghiere sulle quali mi sono soffermato hanno trovato una nuova collocazione nel Messale. Si tratta di un recupero che ci collega ai libri liturgici dei secoli V e VI (Sacramentari). Questa proposta celebrativa attua la riforma auspicata dalla Costituzione Conciliare sulla Liturgia (Sacrosanctum Concilium n.50) dove si parla di elementi “che col tempo andarono perduti” e si chiede che “…siano ristabiliti, secondo la tradizione dei Padri, nella misura che sembrerà opportuna e necessaria”. Sarà un dono prezioso per le Comunità e i singoli fedeli. Dono da accogliere e valorizzare nei contesti esistenziali e celebrativi delle nostre Comunità cristiane.
Giuliano Follin