A cura di don Matteo Colle (22ª domenica del tempo ordinario - Anno C)

Mitezza e umiltà

Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato

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È molto bello l’accostamento che possiamo fare tra la prima lettura tratta dal libro del Siracide e il capitolo 14 del Vangelo di Luca. In entrambi i casi parliamo di mitezza e di umiltà.

Interiormente nessuno di noi desidera esserlo! La vita è fatta per essere vissuta e tante sono le opportunità che si dispiegano davanti ai nostri occhi e alla nostra mente. Perché mai essere umile se questo significa perdere terreno rispetto agli altri? Con questa storia dell’umiltà, potrei perdere l’occasione della mia vita!

Anche se la società è cambiata, l’animo dell’uomo è sempre lo stesso. Questo desiderio di sopraffare è insito nel suo animo. Se non impariamo a sorvegliarlo, porta veramente a disintegrare i più nobili sentimenti e via via a entrare in relazione con il peccato.

Nel Vangelo di questa domenica Gesù dona due consigli. Uno è per l’invitato a nozze:

«Invece quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,10-11).

L’altro consiglio è per il padrone di casa.

«Disse poi a colui che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”» (Lc 14,12-14).

In tutte e due i casi, l’invito è quello di essere umili. Questo per permettere a Dio di occupare il primo posto.

La nostra ricompensa? Sarà alla risurrezione dei giusti per il padrone di casa. Per l’invitato, invece, che si era messo nell’ultima posizione, verrà benevolmente richiamato dal padrone di casa (Dio) che lo inviterà a farsi più avanti. Come ben ci ricorda il libro del Siracide: «Una mente saggia medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio» (Sir 3,28).

 Da secoli la Sacra Scrittura illumina la vita dell’uomo saggio. Sembra proprio che oggi voglia bussare alla porta della nostra vita e semplicemente mostrarci che l’occasione della nostra vita sta nel seguire i sacri consigli. E’ il vero posto a tavola a cui noi possiamo ambire e che non ci sarà mai tolto: il posto alla mensa della Parola di Dio!