Pronti per la 2ª assemblea nazionale (31 marzo - 3 aprile 2025)

Noi per il cammino sinodale

Portiamo a Roma un percorso di corresponsabilità e speranza

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Dopo la prima Assemblea sinodale (Roma, 15-17 novembre), i delegati diocesani e il Vescovo hanno condiviso riflessioni e prospettive con gli organismi diocesani, diffondendo l’esperienza vissuta attraverso il sito, il settimanale L’Amico del Popolo e Telebelluno. L’elaborazione ha impegnato più incontri, culminati nell’incontro unitario degli organismi diocesani del 22 febbraio.

Questo percorso ha portato ad approfondire alcuni temi come il protagonismo dei giovani, la formazione alla fede nelle diverse età e le forme sinodali di guida della comunità. È il succo del documento elaborato dall’équipe sinodale diocesana, qui riassunto e inviato a Roma come contributo della nostra diocesi per la seconda assemblea in programma dal 31 marzo al 3 aprile.

In particolare, la scheda sulla guida comunitaria si è intrecciata con l’esperienza in atto per la collaborazione tra “parrocchie sorelle”, avviata ancora nel 2021, per rafforzare le relazioni tra comunità vicine e a sviluppare nuovi modelli di corresponsabilità pastorale.

È gradualmente emersa la necessità di costituire nelle parrocchie un gruppo ministeriale che, accanto al parroco, condivida la cura pastorale. Perché questo modello funzioni, si avverte fondamentale che le figure coinvolte siano adeguatamente formate e valorizzate. La corresponsabilità non deve tradursi in una delega di compiti, ma in una vera condivisione della missione pastorale.

Una possibile criticità si intravede nel rapporto tra la concreta personalità dei parroci e quella altrettanto concreta dei collaboratori laici. Alcuni sacerdoti potranno avere difficoltà ad accettare una collaborazione strutturata con persone non scelte direttamente. Quindi diventa essenziale creare un clima di fiducia reciproca e formazione congiunta. La maturità relazionale pare essere la chiave per evitare il rischio di ricadere in schemi gerarchici o rivendicativi.

L’introduzione di questi modelli di guida sinodale dovrà avvenire con gradualità. Fondamentale sarà il discernimento comunitario, sostenuto dai Consigli pastorali, per garantire che le scelte rispecchino le reali esigenze delle comunità. Il coinvolgimento attivo dei fedeli e dei Consigli pastorali nella selezione delle équipe di guida pare un elemento cruciale per il percorso.

Sarà inoltre importante distinguere tra la corresponsabilità pastorale e la rappresentanza legale, che il diritto canonico affida esclusivamente al parroco. In diocesi però si sta valutando anche la figura di un “economo parrocchiale”, che alleggerisca il carico gestionale che grava sui parroci. Un ripensamento condiviso a livello nazionale parrebbe però auspicabile.

Resta da approfondire il rapporto tra i Consigli pastorali e queste équipe di guida, l’eventuale riconoscimento economico per figure coinvolte in modo stabile e la corresponsabilità nelle piccole comunità. Qui pare utile un equilibrio tra autonomia e sinodalità, valorizzando i carismi esistenti, senza sovraccaricare i volontari.

Il Cammino sinodale ha portato così la nostra diocesi a ripensare le comunità locali in un dinamismo di dialogo e corresponsabilità, superando rigidità organizzative e valorizzando la collaborazione tra parrocchie. Il futuro della pastorale sarà plasmato non solo da nuove strutture, ma soprattutto da un nuovo modo di essere comunità, in cui la partecipazione di tutti diventa la vera ricchezza della Chiesa.

L’équipe sinodale diocesana