Incontro del 30 maggio 2025

Riguarda anche me?

La giustizia riparativa: riflessioni e spunti per affrontare e “attraversare” i conflitti

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Il tema della Giustizia Riparativa pone al centro la vittima e la riparazione del danno causato dal reato, richiede un’attenta riflessione da parte di tutti i soggetti aventi ruoli educativi, coinvolgendo l’intera comunità quale promotrice di generatività, spazi e luoghi di ri-costruzione di relazioni.

Di questo, e molto altro, se n’è parlato venerdì 30 maggio presso la Casa delle Arti (Spazio ex Caserma Piave a Belluno) in un incontro – promosso da Azione Cattolica diocesana, Associazione Libera e Uffici diocesani di pastorale – dal titolo Riguarda anche me? Storie di una giustizia che accoglie e ascolta, frutto di un percorso di riflessione e condivisione tra vari soggetti coinvolti per sensibilizzare il territorio verso una tematica che necessariamente deve interessare tutti noi, come comunità chiamata ad accogliere, ascoltare e creare spazi di dialogo.

L’apertura dell’incontro, molto partecipato, è servita ad inquadrare la tematica, con l’intervento della dottoressa Sara Dall’Armellina, mediatrice dell’Ass.ne La Voce, che ha utilizzato la metafora del tatami e delle arti marziali e le proprie caratteristiche, che sono strettamente legate ai valori portanti della Giustizia Riparativa ed al suo “campo d’azione”: la dignità, il rispetto, l’onore e la sicurezza degli interlocutori, che possono scegliere, consensualmente e volontariamente di iniziare il percorso di riparazione.

Molto interessanti e ricchi di spunti sono stati gli interventi degli operatori dell’Ass.ne Libera, direttamente coinvolti in Amunì, progetto nazionale che mira al recupero dei giovani autori di reato, attraverso un percorso di ascolto e di accoglienza della persona, senza pregiudizi sui reati commessi, con particolare attenzione all’incontro con i familiari delle vittime innocenti delle mafie, condividendone le esperienze di dolore ma con volontà di riscatto.

Infine si è dato spazio all’Istituto Comprensivo Tina Merlin che ha portato l’esperienza della mediazione scolastica. L’idea, nata nel 2021 per prevenire i conflitti dei ragazzi a scuola, ha portato ad un percorso di formazione degli insegnanti e degli studenti come mediatori stessi dei conflitti dei propri compagni. L’aula di mediazione, spazio sicuro in cui gli studenti possono parlare liberamente ed essere ascoltati dai loro coetanei, pone le sue basi su quattro regole: ascolto, non giudizio, volontarietà e riservatezza. Le testimonianze dei ragazzi raccontato di uno sviluppo della capacità di ascolto e gestione delle emozioni, con particolare importanza al silenzio nella comunicazione, e di come la mediazione sia decisamente efficace nella gestione dei conflitti.

Nel suo complesso, l’incontro ha evidenziato l’importanza di mettere al centro la cura di sé e della relazione come spazio di libertà, rispetto reciproco e crescita nel confronto/scontro con l’altro. Crescita che nasce dal riconoscimento l’uno dell’altro e dall’apertura al dialogo e all’ascolto.

Daniele Balcon