Riunione di lunedì 24 marzo 2025

Sintesi del Consiglio presbiterale

La nuova figura del “collaboratore nella gestione amministrativa ed economica delle parrocchie” e le celebrazioni esequiali

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Il Consiglio presbiterale della Diocesi di Belluno-Feltre si è riunito presso il Centro Papa Luciani, nella giornata di lunedì 24 marzo, per trattare due temi all’ordine del giorno.

1. L’“economo parrocchiale” 

Il primo, ripreso dalla riunione precedente, ha riguardato la continuazione di un percorso per definire il profilo di una figura che nelle parrocchie svolga un servizio nell’ambito della gestione economica e possa essere di aiuto al parroco sul piano amministrativo: si potrebbe definirlo “economo parrocchiale” o “collaboratore nella gestione amministrativa ed economica delle parrocchie”. Tale figura va situata nell’ambito del cammino sinodale della Chiesa italiana e nel processo in atto in Diocesi di collaborazione tra parrocchie.

La riflessione, alla quale ha partecipato anche l’Economo diocesano Marco Giopp, è stata introdotta dal Vescovo, sottolineando nella novità del contesto odierno la necessità di rivedere in maniera profonda l’esercizio del ministero presbiterale e di viverlo promuovendo partecipazione e corresponsabilità in comunità e nell’intesa e nell’aiuto reciproco tra presbiteri.

Gli interventi hanno evidenziato accentuazioni e elementi anche molto diversi, ma complessivamente si sono allineati sull’accogliere e promuovere la necessità di questa figura, che il Vescovo auspica possa entrare in maniera più riconosciuta nelle nostre comunità già dal prossimo anno pastorale. C’è stato dunque un accordo di massima sulle linee fondamentali che erano state proposte. Si tratta di un “ministero di fatto” che agisce in stretto rapporto e intesa con il parroco, rappresentante legale, e secondo gli orientamenti indicati dal Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici (CPAE). Per tale rapporto con il CPAE, è bene che l’economo parrocchiale non ne sia membro. Inoltre tale figura sarà normalmente unica per parrocchie che hanno identico parroco e/o CPAE.

Riguardo ai compiti e alle mansioni, ne sono stati evidenziati i fondamentali, che andranno ulteriormente precisati, in accordo con il CPAE, di caso in caso a seconda della situazione locale.

In modo esemplificativo, si riporta quanto indicato nella bozza presentata in Consiglio:

  1. La gestione ordinaria dei beni temporali della/e parrocchia/e e delle attività di natura economico-amministrativa (compresa la presa di visione delle attività bancarie).
  2. La gestione ordinaria di enti appartenenti alla parrocchia – di cui è rappresentante legale il parroco – che svolgono attività a carattere commerciale (ad esempio la scuola dell’infanzia).
  3. Redigere il rendiconto consuntivo della/e parrocchia/e.
  4. Ordinare e seguire le pratiche amministrative della parrocchia.
  5. Conservare ordinatamente e archiviare i documenti amministrativi della/e parrocchia/e.
  6. Eseguire i pagamenti dovuti da parte della parrocchia e vigilare su eventuali inadempienze amministrative.
  7. Ordinare e registrare le offerte e puntualmente segnalare e far indire la raccolta delle imperate.
  8. Monitorare le utenze.
  9. Tenere i rapporti con l’Economo diocesano.

In ogni caso tutti i consiglieri hanno evidenziato la necessità di tenere vivi e ulteriormente concretizzare nella vita amministrativa delle parrocchie i criteri di trasparenza e di partecipazione condivisa nella gestione.

All’interno della discussione, è emerso anche il problema di quelle parrocchie che da tempo non presentano alla Diocesi i bilanci o che non versano le offerte imperate. A riguardo, il Consiglio ha fermamente ribadito la necessità di presentare i bilanci alla Curia da parte di tutti i parroci.

2. Le celebrazioni esequiali

Il secondo argomento ha riguardato alcune riflessioni sulla celebrazione delle Esequie. L’introduzione è stata curata dal Direttore dell’Ufficio diocesano per la Liturgia don Alex Vascellari e ha aiutato a cogliere che c’è in gioco molto, a livello di cura pastorale da parte della comunità cristiana e di attenzione profonda alla ritualità in un momento così delicato che tocca il vissuto delle famiglie in lutto e delle comunità stesse. Si sente anche la necessità di scelte e prassi maggiormente comuni e unitarie.

La discussione andrà ulteriormente approfondita, in un tempo disteso, al fine di arrivare a delle linee più condivise. Sono state fatte osservazioni molto significative, sotto vari aspetti.

Tra gli elementi che si sentirà la necessità di precisare meglio: il fatto di prevedere in alcuni casi la forma nella Liturgia della Parola; in che modo vivere, magari senza la presenza del presbitero, l’accoglienza dell’urna cineraria in caso di cremazione; come scoraggiare la pratica della dispersione delle ceneri; come porsi di fronte alla richiesta di interventi di saluto al defunto durante le celebrazioni esequiali.

Tra i punti che sono stati condivisi da tutti, è stato ribadito (come già indicato in un Decreto diocesano del 2021) di non celebrare le esequie nelle case funerarie. Inoltre si è stabilito che nelle case funerarie, al momento pubblico dell’ultimo saluto, i ministri della comunità cristiana non guidino momenti di preghiera, onde evitare che siano intesi come alternativa alle Esequie. È stata riconosciuta possibile, invece, una visita da parte dei ministri con preghiera (Veglia o Rosario) in momenti diversi dall’ultimo saluto.

In particolare si è riflettuto sull’opportunità di instaurare con la famiglia del defunto un rapporto diretto e immediato da parte del parroco, tanto più se poi egli presiederà le esequie. Con questa premura pastorale si è concluso il dibattito, nell’intenzione di riprenderne alcuni aspetti.

Si valuterà l’opportunità di comunicare questi punti evidenziati alle locali Onoranze funebri.