Se Dio in persona mi avesse affidato il compito di annunciare il Vangelo, gli chiederei immediatamente: un ufficio, un telefono, un computer, un collegamento internet, una macchina e un gruppo di fidati collaboratori. Televisione, radio, giornale e tanti mezzi di comunicazione per poter annunciare al mondo intero il suo amore. Probabilmente, in questa era “social” avrei bisogno di tanti canali per poter essere visibile e per poter condividere il più possibile. Eppure l’indicazione che Gesù dona ai suoi è quella di astenersi da tanti strumenti e sofisticazioni.
Che cosa significa non portare una borsa o una bisaccia? La borsa e la bisaccia, servono per riporre i nostri beni. Sono e rappresentano le nostre sicurezze. A mezzogiorno posso fermarmi a pranzo da una cara famiglia, dialogare piacevolmente con loro e, nel tardo pomeriggio riprendere il mio viaggio. Inevitabile da parte della padrona di casa preoccuparsi del mio cammino e fare in modo che anche la cena della sera sia a posto. Dal punto di vista della sequela di Gesù io, ricevendo alimenti e beni, confido in quello che possiedo più che in quello che Dio può offrirmi.
Dio mi chiede prima di tutto di essere testimone della Sua presenza nel mondo. Quindi devo imparare a fidarmi di Lui. Lui provvederà al mio cibo, Lui si preoccuperà di farmi incontrare le persone giuste, Lui avrà cura della mia salute.
Riscopriamo la bellezza dell’essenzialità e impariamo a ricercare i valori veri e importanti. «Non accumulate per voi tesori sulla terra dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,19-21).
