A cura di don Matteo Colle (Dedicazione della Basilica lateranense)

Un tempio non fatto di pietre

È Cristo il nostro unico edificio spirituale: facendosi dono, è diventato la nostra garanzia

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Nel Vangelo di questa domenica, Gesù scaccia i mercanti dal tempio. Siamo abituati a un Gesù buono, gentile e misericordioso. Facciamo sempre fatica ad accettare quella parte decisa e risoluta che lo caratterizza. Però ricordiamoci che non sempre mitezza fa rima con arrendevolezza.

Il grande ed enorme tempio di Gerusalemme era il segno della benedizione di Dio verso il popolo di Israele. Il tempio, con le sue mura, era segno della benevolenza che Lui mostrava nei confronti del popolo di Israele e garanzia del culto a Dio. Dono e garanzia!

Sappiamo che tutti gli edifici hanno una durata nel tempo. Anche il tempio di Israele, anch’esso nella sua magnificenza sarebbe prima o poi caduto? Sembrava impossibile, vista la sua mole e il rispetto che tutti avevano per la casa del Signore. Sembrava eterno. Eppure, anche se esternamente il tempio del Signore godeva di ottima salute, internamente soffriva di grandi ed enormi problemi.

Gesù entra nel tempio e trova commercio, non spiritualità! I cambiamonete, i venditori di colombe erano persone che aiutavano i sacerdoti e i pellegrini ad offrire al Signore un dono dignitoso. Queste attività economiche, all’inizio necessarie al buon funzionamento del sistema, erano cresciute a dismisura. Esternamente il tempio era segno della Gloria di Dio, Internamente era diventato espressione di un florido commercio.

Gesù sostituisce la sua figura a quella del tempio. Entra e scardina il sistema. A chi tenta di fermarlo, pone davanti la sua stessa vita. Gesù morirà, certo; ma risorgendo, sarà vivo per sempre. Noi non abbiamo un tempio fatto di pietre: Cristo diventa il nostro unico edificio spirituale. Lui, facendosi dono, è diventato la nostra garanzia.