Il Fondo Welfare Dolomiti

Una fotografia per cambiare il domani

Convegno - 11 dicembre 2020 dalle ore 15.00 alle 17.00

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Il fondo Welfare e identità territoriale è nato nell’ottobre del 2018 per affrontare un problema sempre più impattante sul nostro territorio, un problema che nessuna realtà, pubblica o privata, può risolvere da sola: lo spopolamento.

L’isolamento comportato dallo spopolamento è un dramma per molte famiglie, un freno per la nostra economia e un ostacolo per le politiche di Welfare messe in atto dalle istituzioni. Il fondo, detto anche fondo Welfare Dolomiti, ha lo scopo di unire tutte le principali realtà del territorio per la prima volta verso un unico scopo: ripopolare la nostra montagna riducendo l’isolamento e i problemi ad esso correlato delle persone che la abitano.

Il fondo promosso dalla provincia, su proposta dei sindacati, ha in seguito raccolto intorno a sé sindaci, categorie economiche, la diocesi di Belluno-Feltre, le associazioni di volontariato del comitato d’Intesa e ricreative della AICS oltre il mondo della scuola con le scuole in rete.

Ad oggi, il fondo ha aiutato centinaia di famiglie coinvolte nell’emergenza Vaia e nella pandemia in corso. Ha inoltre promosso iniziative culturali come il questionario sugli orientamenti abitativi e l’identità territoriale dei bellunesi di cui si parlerà durante il convegno dell’11 dicembre prossimo.

Non bastano però le idee di pochi né il finanziamento di singole realtà, pubbliche o private. Servono le idee e il sostegno dei bellunesi tutti perché questo progetto rappresenti veramente il desiderio di ripartire dell’intera comunità. In questi giorni il fondo ha promosso le giornate del welfare Dolomiti.

Oltre la sensibilizzazione sui temi dell’abitare in montagna, le giornate lanciano una raccolta per due progetti, lo sportello crow e il progetto per il potenziamento del servizio civile, due proposte che puntano l’una a far ritornare a Belluno i giovani che sono emigrati all’estero per trovare un lavoro adatto alla loro professionalità, l’altro a dare la possibilità a 1000 giovani sotto i 30 anni di fare l’esperienza umana e lavorativa nelle cooperative, associazioni e istituzioni della nostra provincia. Insieme, con le peculiarità di ciascuno, possiamo riscoprire la nostra identità, per crescere come comunità.