In tempo di pandemia

Valorizzare la “liturgia domestica”

Esperienza che accompagna la liturgia vissuta in chiesa

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L’espressione “Liturgia domestica” sta entrando nel linguaggio delle nostre comunità parrocchiali e delle nostre famiglie cristiane. Presento alcune riflessioni per coglierne il significato e il valore nella esperienza di vita cristiana. Soprattutto per indicarla non come alternativa al rito liturgico vissuto in chiesa, ma nella sua identità di esperienza significativa “accanto” alla partecipazione al momento celebrativo con la comunità cristiana.

Esperienza celebrativa nell’ultimo periodo

Negli orientamenti pastorali dell’anno 2020-2021 che il Vescovo ha consegnato alla Chiesa in Belluno-Feltre, nel capitolo dedicato alla liturgia, vengono ricordate nuove modalità con le quali è stato vissuto il momento liturgico della Chiesa. Dice il testo al n. 6 pag. 9: «Nel tempo del Covid-19 abbiamo anche sperimentato modalità nuove in cui vivere il momento liturgico della Chiesa: lo abbiamo fatto in forma “domestica”. Le nostre case sono diventate anche “casa di preghiera”. C’è del nuovo e del promettente, ma probabilmente c’è anche qualche fatica da comprendere e da cui imparare qualcosa di nuovo. Questi dati di esperienza non vanno dimenticati, ma ripresi e approfonditi. Il discernimento che avverrà nelle nostre comunità probabilmente offrirà ulteriori elementi. Saremo attenti a cogliere i fermenti nuovi da far crescere».

Viene richiamata una emergenza data dalla impossibilità di partecipare ai riti liturgici nella Chiesa. Non poche famiglie hanno trovato il modo di sostituire questo blocco con momenti celebrativi rituali vissuti in casa da parte della famiglia riunita.

Anche la Chiesa italiana con un suo sussidio diffuso via web ha indirizzato i cristiani e vivere questa esperienza di liturgia celebrata in casa. È quella forma “domestica” richiamata dal Vescovo che fa diventare le case dei cristiani luoghi di preghiera con una propria e opportuna ritualità.

“Chiesa e Liturgia domestica”

Alcune espressioni del card. Farrel – prefetto del Dicastero dei laici, la famiglia e la vita – ci indirizzano a cogliere la prospettiva da dare a questi termini di “Chiesa e liturgia domestica”: «Questo è un tempo di pre-evangelizzazione – scrive il cardinale – nelle case e per mezzo delle case, come all’epoca delle prime comunità cristiane, durante il quale il Signore ci invita a riunirci come famiglie, a pregare insieme, intorno a una candela accesa, per ricordarci che c’è Qualcuno che ci tiene uniti e che, in questo frangente di smarrimento, ci vuole bene. Un tempo che ci permetterà poi di tornare a celebrare nelle Chiese, più consapevoli e forti della presenza di Gesù nelle nostre vite quotidiane. Sforziamoci, dunque, di cogliere l’invito che ci rivolge il Signore nelle nostre case: riuniamoci, come famiglia, la domenica, per celebrare in modo più solenne quella liturgia domestica che abitualmente, in virtù della presenza di Gesù, si compie attraverso i gesti tra gli sposi (i gesti d’amore vissuti nella storia di una coppia di coniugi), diventano una ‘ininterrotta continuità del linguaggio liturgico’, e la vita coniugale diventa, in un certo senso, liturgia» (Amoris Laetitia 215). Come farlo è semplice. Possiamo ritrovarci tutti insieme in una stanza, spiega sempre Farrell, recitare un Salmo di lode, «chiederci perdono a vicenda con una parola o un gesto tra coniugi e tra genitori e figli, leggere il Vangelo della domenica, esprimere un pensiero su ciò che la Parola suscita in ciascuno, formulare una preghiera per le necessità della famiglia, di coloro che amiamo, della Chiesa e del mondo. E infine, affidare alla cura di Maria la nostra famiglia e ogni famiglia che conosciamo. In streaming, on line, in tv. Ma anche in casa. Soprattutto in casa. La Chiesa domestica non ha paura di rimodellare esigenze spirituali e liturgiche, nel solco del Concilio Vaticano II».

Dall’emergenza alla normalità

Quanto sopra indicato è solo un cenno alle varie possibilità di vivere la liturgia domestica. Le esperienze vissute anche nelle nostre Famiglie potranno diventare esemplari per altri nuclei familiari. Nello stesso tempo indicheranno come il punto di arrivo di questa esperienza sarà il celebrare la liturgia eucaristica, come da invito del Signore Gesù.

Quanto indicato per le domeniche nella quali non è stato o non sarà possibile partecipare alla celebrazione dell’Eucaristia, va prospettato per altri momenti della vita familiare nella sua realtà quotidiana. In momenti di gioia o di difficoltà, in particolari situazioni, nei tempi e nelle giornate segnate dal calendario della Chiesa, la famiglia cristiana costruisce e vive la sua liturgia domestica. Il riconoscere il valore del vivere con gesti e parole, insieme come famiglia, esperienze di vita nel segno della fede, alimenterà la fantasia e la inventiva di tanti, diventerà stile di vita, esigenza familiare. Poi potrà essere modalità trasmessa ad altri perché anche loro ne apprezzino il valore ed il significato nella propria vita quotidiana.

Giuliano Follin