2Tm 4,10-17b; Sl 144; Lc 10,1-9
«La messe è abbondante», ha detto Gesù ai discepoli. Oggi in questo 50° anniversario dell’ULdA questa stessa parola di Gesù getta luce nei nostri pensieri e nei nostri sentimenti. Sempre il Signore sa cogliere abbondanza laddove noi riscontriamo pochezza, speranza dove noi scorgiamo delusione, fede laddove noi abitiamo la sfiducia, salvezza laddove noi siamo sopraffatti dal peccato.
Ogni opera buona è un potenziale di bene che non sarà mai ostacolato o addirittura cancellato nell’orizzonte pasquale dischiuso da Gesù. Ci ha detto: «Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi». Non dobbiamo desistere dal cercare il bene, dal crederci fino in fondo, dal dedicarci a liberarlo e promuoverlo.
Gesù ci incoraggia a comunicare che «è vicino […] il regno di Dio». Nei giorni e nei mesi difficili che abbiamo vissuto è come scesa una coltre di tristezza e un senso di logoramento interiore ha preso d’assalto i nostri cuori. La sua Parola non sfugge, non si assottiglia fino a sparire. Ci dice: «In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa”». C’è, dunque in quel “prima” l’annuncio che il regno di Dio è vicino. Noi veniamo da lì, da quel bene. Ad esso dobbiamo continuamente ricorrere.
Auguro di cuore anche all’ULdA, per l’ispirazione evangelica, che la arricchisce di procedere nel cammino oltre questi 50 anni di storia con questo invito di Cristo: «In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa”». Ci colpisce e ci sollecita la natura di questa tradizione ladina: vi definite “unione”. In questa parola c’è il mandato che scaturisce dal dono della pace. L’appello continuo di papa Leone, fin dal suo apparire per la prima nella loggia della basilica di San Pietro a Roma, è di darsi alla pace, di volerla, di cercarla ad ogni costo: una pace disarmata e disarmante, ha detto.
La festa di San Luca oggi è significativa per tutti noi. La testimonianza di Paolo nella prima lettura presenta Luca al suo fianco: «Solo Luca è con me». È un discepolo di “terza generazione”: non era tra i primi che hanno seguito Gesù. Proprio come noi: “siamo venuti dopo”, per così dire. Eppure ha raccolto il Vangelo di Gesù e ce l’ha tramandato, mostrandoci la bontà di Dio verso tutti. Quello che attesta Paolo sta anche nel cuore e nei pensieri di Luca evangelista: «Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero».
Nel formulare l’augurio di questo cinquantesimo, vi esprimo riconoscenza per la vostra testimonianza di “unione”, così come si caratterizza e si chiama il vostro essere insieme, dando corpo all’invito pressante di Gesù ad essere tutti fratelli, figli del Padre buono; riconoscenza, poi, per la valorizzazione del bene ricevuto, tramandato e accresciuto di generazione in generazione: è un fermento di pace, per il presente e il futuro!
Tutto questo diventa ora “Eucaristia”, rendimento di grazie a Dio e fraternità tra di noi.
