Un nuovo libro di Stefania Falasca

La morte di papa Luciani ricostruita con gli atti del processo canonico

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È annunciata per il 7 novembre l’uscita di atteso libro su papa Luciani, nella concomitanza – probabilmente non fortuita – con la pubblicazione del decreto sull’eroicità delle virtù, conclusione del processo e primo passo verso la beatificazione. La firma è di Stefania Falasca, vicepostulatrice del processo, che in 252 pagine ha condensato dieci anni di indagine, svolti su incarico della nostra diocesi, soggetto attore della Causa.

Dopo la conclusione del processo diocesano (2003-2006), la Congregazione dei santi osservò che la documentazione archivistica raccolta a Belluno presentava alcune lacune: in particolare, si faceva riferimento al materiale d’archivio depositato a Venezia, che la commissione diocesana non aveva potuto consultare, per le resistenze di alcuni funzionari del Patriarcato. Per questo mons. Andrich, allora vescovo diocesano, incaricò la dott. Falasca di completare la ricerca di archivio. Inoltre padre Vincenzo Criscuolo, relatore della “Positio”, le richiese approfondimenti e ulteriori acquisizioni anche tra i testimoni: vennero così raccolte le deposizioni extraprocessuali di altri ventun testi, con particolare riferimento al pontificato e alla morte di Luciani: tra di esse ha assoluto rilievo la testimonianza del papa emerito Benedetto XVI, caso unico nella storia delle Cause.

Intanto iniziava anche la fase romana della Causa, con la redazione della “Positio, ossia del dossier completo e definitivo, che comprende il corpo delle prove documentarie e testimoniali, al fine di dimostrare l’eroicità della vita, delle virtù e della fama di santità di un candidato all’onore degli altari. L’incarico di stesura venne affidato alla dott. Stefania Falasca alla quale, dal 2012, venne affiancato don Davide Fiocco, docente di patrologia presso gli ISSR di Belluno e di Bolzano. La Positio è divenuta un dossier di 3.650 pagine, suddivise in cinque volumi: è raro che le Positiones raggiungano queste dimensioni, ma nel caso dei Papi è accaduto altre volte.

Parte di questo immenso lavoro a più mani viene ora raccolto e rielaborato dalla dott. Falasca nel volume edito dalla Piemme. Esso intende dire una parola definitiva su quella repentina morte di 39 anni fa, che fece gridare al complotto e lasciò in sospeso molte domande. Con la sua inedita arte di comunicare, papa Luciani aveva aperto un’era nuova nel rapporto con il mondo. Ma la sua repentina morte finì per fagocitare l’intera esistenza e la consistenza del suo magistero, dando avvio a un filone giallistico che esaltava soltanto le circostanze poco chiare della morte.

Il volume della Falasca è suggellato dall’autorevolissima prefazione del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, il quale – ammettendo di nutrire una particolare devozione e ammirazione per la santità vissuta da Luciani – scrive: «…il suo messaggio è rimasto a volte oscurato dalle teorie e dai sospetti sulla sua morte, avvenuta nell’appartamento pontificio nella sera del 28 settembre 1978. Dopo tante illazioni, dopo tante ricostruzioni fondate su voci senza riscontro, ora possiamo conoscere che cosa accadde nelle ultime ore di vita di questo papa […] Finalmente abbiamo una ricostruzione effettuata secondo una modalità di ricerca storica rigorosa, sulla base di una documentazione d’eccezione, fino a oggi inedita». Il porporato sottolinea inoltre «il lavoro di acquisizione delle fonti, di ricerca e di elaborazione enorme che è stato compiuto e l’importanza che questo riveste anche dal punto vista storico e storiografico, data la scarsità di contributi scientifici prodotti sulla vita e l’opera di Luciani». L’accesso alle fonti documentali ha permesso di ricostruire, minuto per minuto – sulla scorta dei referti medici e delle testimonianze fino a ieri secretate – quanto accadde in Vaticano in quei giorni di fine settembre, nella notte del trapasso e nei giorni successivi. È una ricostruzione che, nel rispetto totale delle fonti, ha scelto un taglio narrativo giornalistico che la rende accessibile a tutti. [DF]

Stefania Falasca, Papa Luciani. Cronaca di una morte, Piemme edizioni, Milano 2017, pag. 252 (euro 17,00)

 

 

Che cos’è la “Positio”?

Il titolo Status causa nell’ultimo numero di Humilitas aveva suscitato qualche borbottio sul “latinorum” di manzoniana memoria. Anche la parola Positio è compresa nella lamentazione, soprattutto perché ci si domanda: «Che cos’è?». La dicitura completa recita: Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, che tradotto vuol dire “sugli atti sulla vita, le virtù e la fama di santità”. La Positio quindi altro non è che il dossier completo e definitivo che comprende tutto il corpo delle prove documentarie e testimoniali che devono dimostrare l’eroicità della vita, delle virtù e della fama di santità di un candidato agli onori degli altari e che nel nostro caso è un Successore di Pietro: il Servo di Dio Albino Luciani – Giovanni Paolo I.

Facile a dirsi quanto non semplice a farsi. Per preparare un tale dossier infatti è necessario avere riconosciute competenze specifiche in materia giuridica, storica e teologica. Queste tre discipline sono infatti alla base del complesso svolgimento di una causa di canonizzazione. Perché questa esigenza? Perché dichiarare la santità di una persona non è come assegnare un titolo onorifico o cavalleresco. E per poter arrivare al riconoscimento e alla dichiarazione della santità da parte del Papa – dichiarazione che comporta la elevazione di una persona al culto della Chiesa universale – si esige doverosamente un iter di accertamento canonico molto rigoroso e articolato. E questo vale da secoli per tutti i candidati agli altari. Figuriamoci per un Papa. Come nel nostro caso.

Con la consegna ufficiale in Congregazione della Positio, avvenuta il 17 ottobre scorso, si è conclusa tutta l’opera di ricerca, di studio e di elaborazione prevista nella cosiddetta “fase romana” del processo canonico che ha impegnato un lavoro scientifico e redazionale durato otto anni e che, una volta superato l’esame collegiale dei teologi e dei cardinali, terminerà con la proclamazione delle virtù del Servo di Dio Albino Luciani da parte del Papa.

La Causa di canonizzazione si era aperta ufficialmente a Belluno il 23 novembre 2003, per volontà dell’indimenticato mons. Vincenzo Savio. Il tribunale ecclesiastico per l’Inchiesta diocesana cominciò a operare il 18 dicembre 2003 e in tre anni ascoltò 167 testimoni e tre periti storici per la raccolta di documenti negli archivi delle diocesi dove Luciani aveva operato. A due teologi bellunesi, insegnanti del seminario diocesano, venne dato l’incarico di esaminare i suoi scritti editi, con particolare riferimento ai nove volumi dell’Opera omnia. Gli atti del processo diocesano vennero trasmessi a Roma nel novembre 2006.

Nel novembre del 2007, la Congregazione delle Cause dei Santi, prendendo in esame gli atti pervenuti per concedere a questi la validità, osservò come la documentazione reperita presentasse diverse lacune. La fretta con cui il processo diocesano era stato portato a conclusione determinò infatti la mancata acquisizione soprattutto di una parte sostanziosa: la documentazione dell’Archivio storico del Patriarcato di Venezia. E per acquisire tale prove documentarie la Congregazione delle Cause dei Santi richiese un supplemento di indagine. A svolgere questa indagine venne incaricata dal vescovo diocesano di Belluno-Feltre la dott. Stefania Falasca. Solo in seguito alla consegna di queste carte d’archivio, nel giugno del 2008, venne riconosciuta la validità formale degli atti dell’Inchiesta diocesana, principale e suppletiva.

Cominciò allora la cosiddetta “fase romana” della Causa, che prevede la ricerca necessaria ai fini dell’acquisizione completa delle carte del servo di Dio, lo studio di natura storico-scientifica, il vaglio di tutte le fonti documentarie e testimoniali con relativa valutazione critica, e dunque l’elaborazione e composizione della “Positio. Quest’opera venne svolta sotto la direzione prima da padre Cristoforo Bove (mancato nel 2010) e poi di padre Vincenzo Criscuolo, relatore generale della Congregazione. Per procedere alla stesura del dossier i relatori richiesero gli opportuni approfondimenti e le necessarie ulteriori acquisizioni, sia per quanto concerne la parte documentale sia per la parte testimoniale. Del resto, infatti, la tardiva apertura della Causa aveva compromesso l’acquisizione di testimonianze oculari preziose, così come aveva comportato una certa dispersione del materiale documentario, per il quale si richiedeva un’attenta ricerca ed elaborazione. L’incarico di stesura venne affidato alla dott. Stefania Falasca alla quale, nel 2012, le venne affiancato il bellunese don Davide Fiocco.

A motivo delle nuove acquisizioni documentali, notevole impegno è stato richiesto dallo studio di testi inediti, integrando quanto nell’Opera omnia non era stato compreso. Nel contempo sono state raccolte ulteriori testimonianze extraprocessuali, soprattutto di persone che avevano avuto contatto con il Papa durante il breve pontificato. Tra tutte ha un assoluto rilievo storico la testimonianza del papa emerito Benedetto XVI, che è un unicum storico: è la prima volta infatti che un Papa emette una testimonianza su un altro Papa. Infine altri due teologi vennero incaricati di valutare gli scritti di papa Luciani.

Così la Positio è divenuta un dossier di 3650 pagine suddiviso in cinque volumi. È raro che le Positiones raggiungano queste dimensioni; ma nel caso dei Papi hanno raggiunto i cinque volumi anche le Positiones per Giovanni Paolo II e per Paolo VI.

La Positio è e deve essere redatta e ordinata in base a regole e stabiliti criteri generali. Che sono stati seguiti anche nel caso di Luciani. Il primo volume della Positio si apre con la presentazione firmata del relatore a cui segue l’Introduzione generale. La sezione più consistente consiste nell’analisi delle virtù – detta Informatio super virtutibus – che mira a dimostrare l’eroicità delle virtù teologali, delle virtù cardinali e delle altre virtù annesse, come l’umiltà, la povertà, l’obbedienza, la castità. I capitoli finali di questo volume sono dedicati alle prove della fama di santità goduta dal Papa e alle attestazioni di grazie a lui attribuite dalla fede dei fedeli. Il secondo volume raccoglie innanzitutto le testimonianze rese al processo canonico davanti al tribunale ecclesiastico bellunese e le testimonianze extraprocessuali raccolte dopo l’Inchiesta diocesana. Il terzo volume, titolato Summarium documentorum, è la sezione dedicata alla raccolta documentaria. Il quarto volume racchiude la Biographia ex documentis. Il quinto volume comprende la relazione della Commissione Storica e i risultati dell’investigazione documentaria suppletiva; i giudizi dei quattro teologi censori. Infine un vasto indice dei nomi di persona e di luogo, per la cui compilazione due persone si sono dovute applicare con attenzione certosina; e una corposa sezione iconografica.

Come è stabilito, secondo la normativa, la stampa di questi volumi non significa la loro diffusione. Questi volumi sono vincolati al segreto processuale e restano riservati. Vengono presi in esame dei Consultori teologi e dei Cardinali e Vescovi, che dovranno esprimersi sulla domanda: an constet, se cioè risultino le eroiche virtù e la fama sanctitatis del Servo di Dio Giovanni Paolo I.

Stefania Falasca (in Humilitas dicembre 2016, pag. 2)