A cura di don Ezio Del Favero

217 – Crow: «Perché sono nero?»

Si possono cercare le ragioni della propria differenza o semplicemente accettarle come particolarità e ricchezze che rendono unici

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Presso le Blue Ridge Mountains (USA) i nativi indiani Cherokee raccontavano la storia di Crow (il corvo) che si poneva una domanda per lui esistenziale: «Perché gli altri volatili hanno piumaggi colorati, mentre noi corvi siamo tutti neri?». Trovava quel colore troppo scuro e cupo e pensava di avere una reputazione pessima presso le altre creature, proprio per quel colore.

Un giorno decise che era ora di trovare la risposta e si disse: «Vado da Owl (il gufo), è la più saggia di tutti, probabilmente saprà la risposta». Quando arrivò da Lady Owl, le parlò dicendo: «Lo so quanto sei intelligente. Saresti così gentile da dirmi perché noi corvi abbiamo un piumaggio così nero quando altri uccelli l’hanno tanto colorato?». Lady gufo rispose: «Ti darò la risposta, Crow, ma prima dimmi perché noi gufi, così intelligenti, non abbiamo la capacità di imitare il linguaggio degli uomini come altri volatili?».

Ovviamente Crow non ne sapeva assolutamente nulla, ma, determinato a ottenere una risposta dal gufo, andò alla ricerca di Cockatoo (il pappagallo). Dopotutto, se uno degli uccelli poteva rispondere alla domanda del gufo, probabilmente era proprio lui, che imitava il linguaggio umano. Si avvicinò a Cockatoo e gli parlò dicendo: «Tu che sai cantare la lingua degli uomini, saresti così gentile da dirmi perché i gufi non possono parlare come gli umani? Se mi rispondi, lo dirò a Lady Owl che mi dirà perché noi corvi abbiamo un piumaggio così nero». Cockatoo rispose: «Ti darò la risposta, Crow, ma prima dimmi perché noi pappagalli non siamo in grado di viaggiare per lunghe distanze che ci permettano di scoprire i bellissimi paesaggi della terra?».

Ancora una volta, Crow non aveva la minima idea di quale sarebbe stata la risposta, ma, ancora determinato, andò alla ricerca della sua amica Stork (la cicogna). Dopotutto, se uno degli uccelli poteva rispondere alla domanda del pappagallo, probabilmente era proprio lei, che volava coprendo lunghe distanze. «Amica cicogna, tu che sai attraversare interi paesi, saresti così gentile da dirmi perché i pappagalli non sanno intraprendere un lungo viaggio come te? Se mi rispondi, lo dirò a Cockatoo, che mi dirà perché i gufi non parlano la lingua degli uomini come lui. Poi potrò rispondere a Lady Gufo, che mi dirà perché noi corvi abbiamo un piumaggio così nero». L’amica Cicogna rispose: «Ti darò la risposta, Crow, ma prima dimmi: perché noi cicogne voliamo più lentamente di altri uccelli che possono tagliare l’aria a tutta velocità?».

Ancora una volta, il corvo non aveva assolutamente idea di quale sarebbe stata la risposta, ma, ancora più determinato che mai, andò alla ricerca di Golden Eagle (l’aquila reale). Dopotutto, se uno degli uccelli poteva rispondere alla domanda della cicogna, non poteva che essere lei. Crow dovette volare a lungo sopra i monti per trovare l’aquila. Era molto stanco quando la trovò. «Cara aquila, tu che sei l’uccello più reale e veloce, saresti così gentile da dirmi perché le cicogne volano più lentamente di te? Se mi rispondi, lo dirò all’amica cicogna che mi dirà perché i pappagalli non possono fare lunghi viaggi. Poi lo dirò al pappagallo che mi dirà perché i gufi non parlano la lingua umana. In seguito, lo riferirò a Lady Owl, che finalmente mi dirà perché noi corvi abbiamo un piumaggio così nero». Golden Eagle

rispose: «Te lo dirò, Crow, ma prima dimmi: perché noi aquile così potenti non riusciamo a creare strumenti con il becco?».

Questa volta, il corvo pensò: «Vediamo, vediamo… l’unico volatile che può costruire con il becco uno strumento elegante come un uncino sono io, il corvo. Quindi posso rispondere alla domanda di Golden Eagle. E se rispondo alla sua domanda, mi darà la risposta per l’amica cicogna, che mi darà quella per il pappagallo, il quale mi darà quella per Lady Owl che finalmente mi dirà perché il mio piumaggio è nero». Più motivato che mai, il corvo esclamò: «Costruire uncini con il becco è una delle mie particolarità. Ognuno ha le sue particolarità. L’aquila non può possedere questo, ma ne ha altre».

Così il corvo andò a ripetere la sua risposta all’aquila, che disse: «Allora riferisci all’amica cicogna che volare veloce è una delle mie particolarità; non può avere questa ma ne ha altre». Dopodiché Crow andò a ripetere la risposta dell’aquila all’amica cicogna. Costei disse: «Allora riferisci al pappagallo che migrare è una delle mie particolarità; non può avere questa ma ne ha altre». Così Crow andò a ripetere la risposta della cicogna al Cockatoo, il quale disse: «Allora riferisci a Lady Gufo che cantare come umani è una delle mie particolarità; non può avere questa ma ne ha altre». Crow, sentendo che finalmente avrebbe avuto la risposta alla sua domanda, andò a ripetere la risposta del pappagallo a Lady Owl, la quale disse: «Bene! Allora Crow, sai perché il tuo piumaggio è nero?». Il corvo sorrise, non aveva bisogno di pensare, certo che lo sapeva. Fece un respiro profondo e disse: «Essere nero è una delle mie particolarità; non posso avere colori ma ho altre differenze che mi rendono unico e speciale».

Quel giorno, il corvo capì che avrebbe potuto cercare le ragioni della sua differenza per tutta la vita o semplicemente accettarle come particolarità e ricchezze che lo rendevano unico.


La parabola – raccolta tra gli indiani Cherokee – è un mito eziologico che risponde alla domanda “perché i corvi sono neri?” ma anche offre un insegnamento: ogni creatura possiede delle caratteristiche speciali, come ogni persona umana è dotata di doni speciali.