Un esemplare è stato in questi giorni donato al Seminario Gregoriano di Belluno

Un Exsultet bellunese

Segni che esprimono l’esultanza con forme astratte e colori di grande fascino, con tonalità tenui e un incanto primaverile

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Tra gli oggetti più importanti del Museo diocesano di Bari vi sono i preziosissimi Exsultet. Si tratta di lunghissimi rotoli di pergamene, di 4 o-5 metri, utilizzati durante la liturgia pasquale tra il X e XIII secolo, caratterizzati da testi, notazioni musicali e immagini. Realizzati in uno scriptorium adiacente alla cattedrale essi venivano srotolati sull’ambone, mentre il diacono intonava il canto, in modo che anche i fedeli potessero partecipare più attivamente al rito.

Alcuni anni fa al bellunese Egidio Fiorin, autore di libri d’arte di pregio e diffusi in tutti i musei del mondo, è venuta l’idea di realizzare un Exsultet per il nostro tempo. Ha chiesto la collaborazione a Giorgio Griffa, uno degli artisti contemporanei più importanti, legato alla “nuova astrazione” e al quale il Museo Pompidou di Parigi aveva dedicato un’antologica nel 2022. Vincenzo Trione, nel commentare la mostra con una pagina intera sulla pagina cultura del Corriere della Sera del 23 gennaio 2022, aveva caratterizzato Griffa come un autore inclassificabile, lontano dal mainstream, un personaggio di rilievo e solitario che occupa un posto centrale tra quelli lontani dalle facili logiche mercantili.

L’artista ha accolto con entusiasmo la proposta di Egidio Fiorin ed ha realizzato, per le edizioni Colophon, un numero di Exsultet in una serie ridotta di opere uniche. La generosità di Camilla ed Egidio Fiorin hanno permesso che un esemplare venisse in questi giorni donato al Seminario Gregoriano.

Il testo e la melodia gregoriana della liturgia pasquale, nella versione integrale tradotta in italiano, vengono interpretati dai segni pittorici che esprimono la gioia dell’annuncio pasquale, dell’esultanza appunto, con forme astratte e colori di grande fascino e poesia, con tonalità tenui e di un incanto quasi primaverile. Ciascun esemplare, su tela, di 220 x 50 centimetri, è una variazione ritoccata dall’artista e inserita in una confezione in legno d’ulivo, con custodia in tessuto di cotone. La copia ora in Seminario, la numero 16/30 è stata terminata il 3 marzo 2024, «nel giorno di santa Cunegonda dell’A.D.2024», come precisato dall’autore.

mons. Giacomo Mazzorana