Il gonfalone recentemente rinnovato che, sotto la croce astile, raffigura sul drappo damascato san Floriano, il patrono principale della vallata, con intorno le otto chiese parrocchiali, nella mattinata di domenica 19 ottobre ha aperto il corteo che, dal piazzale antistante il municipio di Fusine, si dirige processionalmente verso la vicina chiesa di san Nicolò. È un’immagine suggestiva che rappresenta bene il cammino che queste comunità vivono ormai da molti anni e che ha preso ulteriore consistenza attraverso quest’unica celebrazione giubilare a cui hanno preso parte circa 230 fedeli, da Pecol a Zoppè di Cadore.
La scelta del luogo e della data ha coinvolto il Consiglio pastorale unitario, non privilegiando una particolare ricorrenza, ma cercando di assecondare in un periodo favorevole il numero più alto possibile di parrocchiani, alcuni dei quali ancora oltrepassano il confine alpino per il lavoro stagionale.
Al canto del salmo 121, composto proprio per l’ascensione verso il Tempio di Gerusalemme, questa porzione del popolo di Dio, composto di anziani, bambini, famiglie, guidato dal parroco don Roberto De Nardin e da don Paolo Arnoldo, sostenuto nel canto dal coro parrocchiale, ha varcato la porta dell’ampia chiesa arcipretale, adornata per l’occasione da ricchi festoni di “dàse” di abete e fiori secondo il gusto e la manualità che non è troppo definire artistica di questa gente di montagna.
La solenne e partecipata Eucaristia ha espresso in vario modo la varietà della comunità coinvolte e l’articolazione dei vari ministeri liturgici: i lettori, la processione offertoriale, oltre naturalmente al canto e al servizio dei ministranti, hanno mostrato come ormai nessuno si senta semplicemente “ospite in casa d’altri” ma che ogni provenienza diversa diventa ricchezza in uno scambio di aiuto e collaborazione.
Al termine della celebrazione un segno specifico di “impegno” è stato consegnato a tutti i presenti: un bigliettino, opportunamente piegato, con una concreta azione da svolgere per rendere vita il rito celebrato. Il momento conviviale condiviso all’esterno ha suggellato questa giornata autunnale: giubileo delle comunità cristiane poste fra Pelmo e Civetta, giorno di festa che ci ricorda come, davvero, la «Speranza non delude».





