Viene annunciato oggi, mercoledì 9 ottobre, l’avvicendamento alla direzione de L’Amico del Popolo, settimanale di riferimento della nostra Chiesa locale. Infatti il direttore Carlo Arrigoni ha raggiunto il sospirato traguardo della pensione, dopo 37 anni di servizio in redazione, di cui 19 come direttore. Sono stati anni importanti, in cui L’Amico del Popolo è stato chiamato a numerose innovazioni, che hanno portato la testata in internet, sui social, nella multimedialità. A Carlo Arrigoni e alla sua bella squadra il merito di aver sostenuto questo rinnovamento.
Gli subentra Alberto Laggia – residente a Venezia, ma “cadorino di adozione” – giornalista professionista che vanta un lungo servizio come inviato speciale di Famiglia Cristiana. Forte della sua pregressa esperienza a livello nazionale e internazionale, viene chiamato a completare il percorso, apportando novità e continuando la tradizione di un settimanale, che ha alle spalle 115 anni di storia e va orgoglioso del suo forte legame con le vallate tra le montagne più belle del mondo, le Dolomiti bellunesi.
In una nota, diffusa con l’annuncio dell’avvicendamento, il vescovo Renato ha manifestato a Carlo la sua gratitudine e quella di tutta la comunità diocesana e ha dato il suo “benvenuto” ad Alberto, nuovo direttore. Da parte loro, il direttore Arrigoni e il nuovo direttore Laggia firmano due “fondi” sulla prima pagina del numero 40/2024, che oggi viene pubblicato su web e che giungerà domani nelle case degli abbonati.
IL VESCOVO RENATO
«Un augurio a tutti gli “Amici” del nostro settimanale»
Rivolgo sentimenti e pensieri di stima e di apprezzamento al dott. Carlo Arrigoni che con questo numero de L’Amico del Popolo chiude il suo mandato e, contestualmente, al dott. Alberto Laggia neo-direttore che inizia il suo servizio.
Porgo un augurio a tutti gli “Amici” del nostro Settimanale. Certamente tra costoro, in prima linea, vi è il gruppo di redazione e chi svolge compiti amministrativi, ma unitamente anche il “Popolo” dei corrispondenti locali e di coloro che operano la distribuzione del settimanale.
“Amici”, inoltre, siete tutti voi lettori e simpatizzanti.
Tutto il nostro territorio gode di questa benefica opera di comunicazione e – oso dire – di formazione rappresentata da L’Amico del Popolo. Si tratta realmente di una tessitura di eventi, di incontri, di prospettive, di fatti, di progetti, di riflessioni che quotidianamente e settimanalmente, sia in forma cartacea sia in forma digitale, avviene nel nostro territorio.
Il “nostro” settimanale, avendo a cuore il vissuto della comunità ecclesiale e dando voce a tutte le espressioni della comunità civile, condivide il battito e assume il ritmo dei vissuti della gente di valle e di montagna. Sì, realmente ha costruito comunità!
Gratitudine e fiducia ora caratterizzano questo momento di passaggio di testimone. Il direttore di un giornale – sia nella situazione di passare il testimone sia nella condizione di riceverlo – esprime la visione e il sogno del “suo” giornale, ma anche il metodo di coinvolgimento nella realtà in cui opera e la capacità interpretativa di essa. Allora, grazie a Carlo e un augurio ad Alberto!
La parola “Amico” è il racconto anche di ciò che auspichiamo in un contesto di inquietudine e di lacerazione in cui oggi versano le vicende dei popoli. Ci piace immaginare che il nostro settimanale diventi effettivamente – sempre più e sempre meglio – L’Amico del Popolo.
In quanto “soci” del giornale – la nostra Diocesi e l’Opera San Martino, nella persona del suo presidente don Massimiliano Zoccoletti – testimoniano la positiva azione di conoscenza e di vicendevole aiuto sperimentata in questo cambio di guardia. Ed è ciò che ci dà fiducia e fa sperare.
+ Renato Marangoni
CARLO ARRIGONI
«Il nostro settimanale saprà confermarsi Amico del Popolo»
Grazie. Questa la parola che racchiude ed esprime i miei sentimenti nel momento di lasciare il servizio di direttore dell’Amico del Popolo per andare in pensione. Grazie al vescovo Giuseppe che mi ha affidato questo incarico, consentendomi un’esperienza lavorativa affascinante, e al vescovo Renato che me l’ha confermato. […]
Ringraziamenti sentiti e di cuore anche quelli che desidero rivolgere a tutti coloro con cui ho collaborato in questi anni, a partire da chi fa e ha fatto parte della redazione e che, di settimana in settimana, ha messo a disposizione con generosità e passione cultura, ingegno e capacità.
Grazie a tutti i corrispondenti del territorio, una rete essenziale per la vita dell’Amico, costituita da persone capaci e disponibili, animate da vero spirito di servizio che vogliono bene al giornale come alle loro comunità. Grazie anche a chi ha sostenuto e aiutato la vita del giornale, dai responsabili e dagli operatori dell’Opera diocesana agli addetti della Tipografia Piave e dell’agenzia viaggi Plavis, agli attuali stampatori e distributori. Un grazie grande anche ai propagandisti dell’Amico.
Grazie naturalmente a tutti gli abbonati dell’Amico. Anche a loro, come a tutti gli altri, nel momento di lasciare chiedo scusa per gli sbagli e le mancanze che ci sono stati e formulo a tutti, al nuovo direttore e al giornale nel suo insieme, i migliori auguri di un futuro ricco di soddisfazioni, nella convinzione che il nostro settimanale saprà confermarsi sempre di più e sempre meglio Amico del Popolo, strumento di servizio per il bene delle persone e del territorio in cui esse vivono.
Grazie ancora (anche a chi posso aver dimenticato di citare) e tanti, tanti auguri a tutti.
Carlo Arrigoni
ALBERTO LAGGIA
«Un giornale pratico, popolare, utile»
Non sono un figlio di questa terra, ma la frequento da tempo immemore; la amo e ho via via imparato a conoscerne le qualità umane prima ancora che paesaggistiche, nonché le problematiche legate alla montagna e le sfide che questo territorio aspro e complesso è chiamato a vincere per avere un futuro degno di questo nome.
Da 115 anni tutto questo è puntualmente raccontato dall’Amico del Popolo, un settimanale che è più di un giornale: è la memoria storica di una comunità, la voce attenta e critica del suo presente, lo sguardo intelligente che scruta il domani. Anche per questo ho accettato con entusiasmo di prendere il testimone della direzione, sapendo di essere in sintonia con coloro che mi hanno preceduto.
Ringrazio il Vescovo, monsignor Renato Marangoni, per la fiducia concessami, e il direttore uscente Carlo Arrigoni che tanti anni e altrettanta passione ha dato al servizio di questa testata, salvaguardandone autorevolezza, popolarità e indipendenza, qualità decisive per un giornale, e che vogliamo, se possibile, provare ad accrescere.
Nel primissimo, storico editoriale dell’Amico, datato 3 gennaio 1909, l’allora direttore si prendeva un solenne impegno: «Noi faremo tutto il possibile perché il giornale riesca pratico, popolare, utile». E per ottenere ciò fin d’allora chiedeva «suggerimenti e osservazioni» ai lettori. Che intuizioni giornalistiche. È lo stesso impegno che ci sentiamo di rilanciare oggi […].
Per migliorare l’offerta informativa del giornale cartaceo e delle piattaforme digitali, sulle quali intendiamo essere sempre più presenti, è stata potenziata la redazione. E in tempi di crisi editoriali e di redazioni ridotte sempre più all’osso, l’investimento in giovani giornalisti è già una buona notizia. In un contesto, come quello attuale, in cui s’è dilapidato il patrimonio di fiducia nei confronti dei mezzi d’informazione a causa del proliferare di disinformazione e fake news, L’Amico non ha mai smesso di ricercare il valore del testimone libero, intelligente, curioso, capace di appassionarsi per ciò che appassiona anche i lettori. Faremo di tutto, perciò, per continuare a meritarci la vostra fiducia, convinti più che mai che curare la notizia è curare, anzitutto, il lettore. Siamo al contempo certi che ciò di cui le nostre comunità non potranno mai fare a meno è un’informazione corretta, verificata, capace di spiegare il reale, a partire dal “villaggio”, dal “local” cioè, dalle nostre valli, e dalle “terre alte”, per aprirsi al mondo. È il nostro piccolo, ma non banale contributo per costruire una comunità migliore, una montagna meno ardua da capire e abitare e più bella da condividere.
Alberto Laggia