In onda su Raidue, durante il telegiornale di prima serata, sabato 19 ottobre. Si è parlato di un gioiello, anzi del gioiello custodito nel Seminario di Belluno. L’attenzione della testata nazionale è veramente lusinghiera.
Il merito di questa considerazione va al direttore Antonio Preziosi. Nel luglio 2022, visitando il seminario, rimase affascinato dal prezioso Codice Lolliniano 35, che racchiude i versi della Commedia, vergati in scrittura gotica cancelleresca solo una ventina d’anni dopo la morte del Sommo Poeta. Il codice è scrupolosamente conservato nella Biblioteca Capitolare, comunemente detta “Lolliniana”. Tramite l’Ufficio stampa della diocesi, il direttore ha organizzato la trasferta della troupe del Tg2.
Il servizio, curato da Daniela Mecenate, è stato annunciato da studio: «Vi parliamo della copia più antica della Divina commedia; risale al 1330 e si trova a Belluno».
Poi le riprese nel chiostro del Seminario hanno introdotto nel mistero di questo codice, mentre la giornalista commentava: «Più che per una “selva oscura”, il sommo Poeta si è ritrovato in un luminoso seminario, il Seminario Gregoriano di Belluno, dove è conservata una delle copie più antiche al mondo della Divina Commedia».
A interloquire con la cronista è stato Jacopo De Pasquale, affermato studioso del Medioevo e bibliotecario del Seminario, che ha precisato: «È una copia importantissima: addirittura è stata utilizzata per fare la prima edizione a stampa. Siamo fortunati ad averla qui».
«Come è arrivata a Belluno?», incalza la giornalista. Jacopo risponde: «Non si sa. Ci sono teorie che indicano attorno al 1500 l’arrivo di questa copia a Belluno, probabilmente in qualche donazione».
E mentre scorrono sul video le immagini sulla pergamena e sulle pregiatissime miniature, Jacopo aggiunge: «Questa copia della Divina commedia è una copia in pergamena. È una copia molto importante anche dal punto di vista delle immagini: si sta studiando infatti chi possa essere l’autore di queste miniature. È un manoscritto, non è a stampa. Gli anni di produzione ne indicano la collocazione intorno gli anni Trenta-Quaranta del XIV secolo, quindi poco dopo la morte del Sommo poeta; comunque è una delle più antiche».
Non poteva mancare un simpatico siparietto tra lo studioso e la giornalista, che ricorda: «Il sommo poeta è morto nel 1321». E Jacopo: «Esatto. Nel 1321, cosa che tutti noi impariamo a scuola». Conclude la cronista: «Quindi all’interrogazione sono andata bene». Conclude: «Bravissima: 10+».
Dunque la nostra piccola città custodisce un raro gioiello. L’attenzione di Raidue, se da una parte rianima l’orgoglio campanilistico, dall’altra può anche risvegliare la coscienza sui nostri tesori nascosti. [DF]