Omelia nella notte di Natale
Il profeta Isaia è una voce che viene da lontano per noi. Attraversa circa 28 secoli. Siamo nell’VIII secolo prima di Cristo: tempo come oggi di trame tra i popoli del mondo allora conosciuto, che originarono invasioni e guerre. Isaia aveva rappresentato lo scenario delle guerre di allora come “giogo” che opprime il popolo, come “sbarra” che grava sulle sue spalle, come “bastone” di un aguzzino. Ogni giorno entrano nelle nostre case le cronache di interminabili azioni di guerra che stanno dilaniano il nostro mondo. Ovunque dove vi è un focolaio di guerra è la promessa stessa di Dio, inscritta nella sua opera creatrice, ad essere dimenticata e rimossa. Negarla è far tornare le tenebre sulle nostre terre, sulle nostre vite, sulle nostre comunità, sul mondo. Continua a leggere…
Omelia del giorno di Natale
Tutti noi siamo come il giovane Giovanni quando ha incontrato Gesù per la prima volta su indicazione di Giovanni Battista: «Ecco l’agnello di Dio!» (Gv 1,36). Ne proviamo il fascino, ma anche ci sfuggono le profondità della sua vicenda, del suo mistero: quel suo essere Verbo-Parola che «si fece carne». Ma c’è anche quel suo «abitare in mezzo a noi» che ci tocca da vicino, inoltre il suo essere figlio «che viene dal Padre» per cui sentiamo di appartenergli, perché anche noi siamo innanzitutto figli e figlie, lungo tutta la nostra fragile vita. Continua a leggere…