Si è tenuto un incontro di grande valore formativo con Brunetto Salvarani, teologo, giornalista e scrittore, nell’ambito del percorso #pensachefede, promosso dalla nostra diocesi in collaborazione con l’ISSR “Giovanni Paolo I”. L’evento, intitolato “Costruire la pace in tempo di guerra”, ha coinvolto studenti e docenti delle scuole superiori del territorio, con una partecipazione complessiva di circa cento persone, tra cui rappresentanti di Scuole in Rete, Belluno Comunità che educa, la Consulta studentesca e l’Associazione vittime civili di guerra. L’iniziativa ha visto la collaborazione di molteplici enti, tra cui l’Ufficio scolastico e il gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche). Presenti in aula studenti del Liceo Lollino, dell’Istituto Catullo e Renier, nonché rappresentanti del progetto “Alunni mediatori” dell’Istituto Comprensivo “Tina Merlin”.
Una riflessione storica sui conflitti
Dopo le introduzioni curate da Franco Chemello e don Rinaldo Ottone, Salvarani ha dialogato con gli studenti, partendo da una ricostruzione storica delle principali tensioni internazionali, dalla Guerra Fredda al crollo del Muro di Berlino nel 1989, fino agli attentati dell’11 settembre 2001. Ha sottolineato come le religioni, considerate per un periodo superate dalla scienza, siano tornate in primo piano, contribuendo a ridefinire scenari globali accanto a fattori economici e politici. Secondo Salvarani, la crisi delle democrazie e l’ascesa di leader autoritari hanno ulteriormente complicato il quadro.
«Per contribuire alla pace, dobbiamo iniziare da noi stessi», ha affermato il relatore, esortando i giovani a imparare a gestire i conflitti in modo pacifico. L’uso consapevole del linguaggio, anche sui social, è stato indicato come uno strumento fondamentale per promuovere rispetto e dialogo. Citando don Milani, ha ricordato il motto “I care”, invitando i ragazzi a sentirsi responsabili di ciò che accade nel mondo.
Il dialogo interreligioso come strada per la pace
Gli studenti delle classi 4CSU del Renier hanno posto domande su temi quali il dialogo interreligioso e l’educazione alla pace in una società polarizzata. Salvarani ha spiegato che il dialogo tra persone di religioni diverse è l’unica via possibile per superare tensioni etniche e religiose. Ha citato l’incontro di Abu Dhabi del 2019, durante il quale Papa Francesco e l’imam del Cairo hanno firmato un documento sulla fratellanza umana. «Bisogna uscire dalla logica del ‘noi contro loro’», ha detto, aggiungendo che la preghiera e la poesia possono essere strumenti rivoluzionari per superare le divisioni.
L’educazione alla pace, ha continuato Salvarani, implica un incontro reale con le diversità, andando oltre la virtualità dei social. «Non illudiamoci di conoscere il mondo attraverso uno schermo. Bisogna imparare le lingue, viaggiare e incontrare le persone dal vivo».
Esperienze personali di pace
Tra le esperienze più significative, Salvarani ha ricordato un progetto scolastico basato sul motto “Se vuoi la pace, prepara la pace” e l’incontro con il villaggio Neve Shalom-Wahat as-Salam, in Israele. Questo luogo, dove ebrei e palestinesi vivono insieme e costruiscono un futuro comune, rappresenta un esempio concreto di coesistenza pacifica.
La mediazione come pratica educativa
Beatrice e Camilla, studentesse mediatrici dell’Istituto Tina Merlin, hanno illustrato il progetto di mediazione umanistica avviato nella loro scuola. Hanno raccontato come la formazione ricevuta abbia cambiato il loro approccio ai conflitti, privilegiando ascolto, dialogo e comprensione reciproca. «La mediazione ti aiuta a conoscere te stesso e gli altri», ha dichiarato Camilla, aggiungendo che il confronto diretto tra le parti è fondamentale per prevenire rancori e incomprensioni.
Conclusioni e speranze per il futuro
L’incontro si è concluso con una riflessione sull’importanza della speranza come motore del cambiamento. Salvarani ha ribadito che educare alla pace richiede impegno quotidiano e una visione aperta al dialogo e alla diversità. «La speranza è una virtù che ci permette di vivere», ha detto, invitando i giovani a diventare protagonisti di un futuro più giusto e inclusivo.
- Sabato 11 – incontro con gli studenti
- Sabato 11 – incontro con gli studenti
- Sabato 11 – incontro con gli studenti
- Sabato 11 – incontro con gli studenti
- Sabato 11 – incontro con gli studenti
- Sabato 11 – incontro con gli studenti