Lettera del Vescovo ai presbiteri e ai diaconi

A seguito del DPCM del 13 ottobre

L'attenzione alle dispozioni aiuta un clima di fiducia, di responsabilità e di serenità

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

La seconda ondata della pandemia da coronavirus preoccupa tutti: «siamo consapevoli – scrive il vescovo Renato ai preti e ai diaconi – che a tutti è richiesto un deciso e chiaro impegno di responsabilità per la fase di ripresa dei contagi da Covid-19». La lettera del 17 ottobre scorso, scaricabile cliccando qui, chiarisce alcune indicazioni anti Covid-19 a seguito del DPCM del 13 ottobre 2020 e della successiva lettera della Segreteria generale della CEI del 14 ottobre, che «lascia invariato quanto previsto nel Protocollo del 7 maggio circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo», ma lo integra «con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, già trasmesse nel corso dell’estate».

Il Vescovo richiama tutti ad essere «più attenti a mettere in atto le disposizioni già date. L’esercizio di tutto questo aiuterà il clima di fiducia, di responsabilità e di serenità che dovremmo alimentare in parrocchia». Concretamente, a seguito delle nuove indicazioni governative, invita tutti ad osservare una serie indicazioni, «senza ossessività, ma anche senza “mezze-misure”»: esse vanno dall’igienizzazione delle chiese ai distanziamenti, dall’obbligo di ricevere la comunione sulla mano all’igienizzazione dei vasi sacri, dall’uso dei microfoni alla partecipazione di un coro troppo numeroso.

Coerentemente con le disposizioni di Legge, il Vescovo chiarisce che «le processioni religiose vanno sospese» e che «ciò vale anche per i cortei funebri». L’obiettivo è sempre quello di evitare gli assembramenti, che soprattutto alla fine delle celebrazioni possono crearsi: pertanto è opportuno ricordare «alle persone convenute le modalità di congedo».

Si chiarisce che l’indicazione governativa sulla «partecipazione massima di 30 persone […] non vieta celebrazioni come le messe di prima comunione o le cresime», ma le feste familiari che seguono la celebrazione. Va da sé che «non si possono ospitare negli ambienti parrocchiali» feste con più di 30 persone.

Quanto alla ripresa del catechismo, il Vescovo richiama quanto a suo tempo indicato negli Orientamenti pastorali: «era stato suggerito di riprendere tali iniziative con l’inizio dell’Avvento». La situazione epidemiologica di questi giorni conferma la necessità di «ripensare i tempi di inizio» dei percorsi catechistici.

Non poteva mancare in questo frangente un augurio al parroco di Cortina d’Ampezzo, don Ivano Brambilla, che è risultato positivo al virus. Ma – conclude il Vescovo – «ricordiamo anche altri confratelli con qualche difficoltà di salute».