Con le parole di benvenuto di Irene Pilotto, presidente uscente dell’Azione Cattolica di Belluno-Feltre, si è aperta, sabato 1° febbraio, l’assemblea diocesana elettiva per il rinnovo del consiglio diocesano. Si sono radunati, nel pomeriggio, presso le sale del Convento della parrocchia di Mussoi di Belluno, i responsabili dei settori adulti – giovani e dell’Azione Cattolica Ragazzi (ACR), i presidenti parrocchiali eletti nelle assemblee parrocchiali provenienti dalle varie parti della diocesi e il consiglio diocesano uscente, per costituire l’assemblea diocesana di AC che, ogni tre anni, è chiamata a rinnovare i propri organi. Un percorso iniziato in autunno nelle parrocchie di tutta Italia che sta ora giungendo al suo termine al livello diocesano per poi continuare con quello regionale fino ad arrivare, a maggio, a rinnovare l’organo del consiglio nazionale.
Un grazie sincero e di cuore da parte della presidente diocesana è stato rivolto al consiglio uscente e agli assistenti che in questi tre anni si sono prodigati nell’accompagnare l’associazione.
Un’assemblea corale è stata definita sin dall’inizio, nella quale si è respirato un clima di famiglia. Un’occasione per fermarsi e guardare il percorso fatto e in semplicità capire qual è la strada che si vuole percorrere nel prossimo futuro. In questa occasione il consiglio diocesano uscente è chiamato a proporre all’assemblea un documento assembleare che illustri il percorso svolto e dica quali slanci e sfide si intravedono per il futuro. Caratteristica del documento di quest’anno, intitolato «A piedi scalzi», sono gli interrogativi che aprono con fiducia verso il futuro.
Il consiglio diocesano ha scelto questo titolo dopo aver meditato sull’esperienza di Mosè davanti al roveto ardente ed ha intravisto in questa dinamica dell’essere scalzi l’atteggiamento giusto da avere verso la vita e nel cammino associativo. «Essendo scalzi si cammina al passo del più lento, non si corre, si deve porre attenzione a dove si pongono i passi stessi», ha sottolineato Irene nel suo intervento. Allo stesso tempo gli atteggiamenti della meraviglia, della curiosità, dell’essere chiamati per nome hanno reso bella in questo triennio 2017-2020 questa esperienza di chiesa.
Pierpaolo Triani, rappresentante del consiglio nazionale di Azione Cattolica, pedagogista e docente universitario, ha sottolineato come nel cammino della Chiesa ed in quello associativo è importante ricordarsi il cammino che si sta facendo perché le notizie giornaliere rischiano di distogliere dal sentiero. «Il nostro essere nel mondo ci interpella ad ascoltare con attenzione, ad andare incontro, ad essere attenti a non essere indifferenti. La chiesa è chiamata ad avere attenzione all’altro, ai segni dei tempi, altrimenti si chiude nell’indifferenza. Oggi più che mai è facile cadere nella tentazione di dire solo la nostra opinione, di esprimere la nostra posizione, ma non di ascoltare». L’atteggiamento dell’ascolto, secondo il professore, è essenziale perché in esso la vita si apre, si vincono i pregiudizi. Una predisposizione che costa fatica, ma che è decisiva per incontrare le altre persone, e per farlo nel vero senso della parola, è necessario chiamarsi per nome. «Oggi più che mai – ha sottolineato Triani – siamo sovraccaricati da una cultura soggettivistica. Occorre cambiare prospettiva, educarci all’incontro dell’altro uscendo da noi stessi per stare dentro la vita, con il coraggio necessario di stare nella vita e nella storia. E per fare questo è necessario coltivare alcune abitudini e pratiche. Il tutto con umiltà e speranza».
Allenare mente, cuore e corpo. Queste le sottolineature lasciate all’assemblea del delegato nazionale. «Come soci di Azione Cattolica studiamo, pensiamo, riflettiamo, ci confrontiamo con gli altri questo è l’allenamento della mente. Per allenare il cuore è necessario una vita comunitaria, lo stare con gli altri. Per allenare il corpo la migliore palestra che abbiamo a disposizione è la preghiera. Nel momento in cui essa coinvolge il nostro corpo nella sua interezza, allora ci stiamo allenando in maniera corretta. Ed infine è necessario che l’Azione Cattolica racconti quello che sta facendo».
Presente per tutto il tempo dell’assemblea anche il vescovo Renato Marangoni che ha ringraziato per il cammino e il confronto fatto insieme.
Da parte sua, il vescovo Renato ha invitato l’Azione Cattolica ad apprezzare la sproporzione, che viene donata da Dio, tra lo sperato e ciò che si realizza. Provocazione che nasce dalla citazione degli Atti degli Apostoli «In questa città ho un popolo numeroso», nei capitoli dove si descrive l’esperienza di Paolo ad Atene prima di recarsi a Corinto. Le cose infatti spesso non si realizzano lì dove speriamo. «La Chiesa ha bisogno che l’AC sia una palestra in cui allenarsi ad abitare la sproporzione e a relazionarsi con il sogno di Dio».
Prospettive che, come ha sottolineato il Vescovo, scombinano un po’ gli equilibri e per questo ha rivolto all’associazione alcune domande per poter continuare a lavorare in questa prospettiva. «Ac come ti senti? Sei scombinata da quello che vivi? Spaventata? C’è qualche passaggio da fare? È necessario che l’associazione abbia una visione, un sogno, con cui relazionarsi e da coltivare. E tu, Azione Cattolica, quale sogno stai alimentando e coltivando? Lo stai intercettando? Lo stai decodificando? Come ti stai preparando? Lasciati stupire dalla dismisura di Dio, dalla sua sproporzione».
Riprendendo le parole di papa Francesco, il Vescovo ha invitato l’Azione Cattolica a dire ciò che è Santo con una visuale, una posizione che non si scandalizza per le fragilità. Con un atteggiamento di chi sente la responsabilità di condurre fraternamente a Gesù per essere guariti, lontano dai rigori e dal permissivismo a buon mercato, guardando in particolar modo il mondo giovanile con meraviglia.
Intensa e ricca di contenuti anche la condivisione tra i partecipanti che ha visto l’intervento del sindaco della città di Belluno, Jacopo Massaro, il quale ha sottolineato come la comunità ecclesiale e quella civile non siano mondi paralleli, ma siano intrecciate nella vita e nelle relazioni. Al sindaco bellunese, la delegazione triveneta ha fatto pervenire il contributo raccolto dalle 15 associazioni diocesane del Triveneto in occasione della tempesta “Vaia”.
Nelle prossime settimane il consiglio diocesano neo eletto sarà chiamato a rinnovare l’organo della presidenza diocesana, individuando una terna di nomi da proporre al Vescovo per l’incarico di presidente diocesano, e poi a nominare i vicepresidenti per i settori adulti e giovani ed i responsabili per l’articolazione dell’ACR.