La 3ª domenica di Avvento, considerata “domenica della carità”

Avvento di fraternità e domenica della carità

Alcuni obiettivi concreti, da portare nella preghiera e nell’impegno di condivisione

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Nella quinta Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata domenica 14 novembre, il Papa ha ricordato a tutti che i poveri li avremo sempre con noi e ha sottolineato la necessità di adottare un nuovo approccio nella lotta contro le disuguaglianze che caratterizzano la società e che si sono accentuate in questi due anni di pandemia. Occorre operare – sostiene il Papa – non per i poveri, ma con i poveri, rendendoli protagonisti del loro riscatto, non destinatari passivi di iniziative assistenziali o progetti calati dall’alto.

Il tempo liturgico dell’Avvento, mentre invita ad attendere nella speranza la venuta del Salvatore e il compimento del disegno divino di salvezza, sollecita le nostre comunità a testimoniare questa speranza con la carità operosa, ricordando che già ora incontriamo il volto del Cristo nei poveri e nei sofferenti.

La terza domenica di Avvento, tradizionalmente considerata “la domenica della carità”, può essere l’occasione per sensibilizzare le comunità cristiane alle necessità di chi vive situazioni di disagio e di sofferenza non solo qui nel nostro territorio, ma anche in luoghi del mondo divenuti veri e propri calvari per una umanità debole e dimenticata.

In concreto suggeriamo di tenere presenti alcuni obiettivi, che possono diventare oggetto di attenzione nella preghiera e nell’impegno di condivisione:

  • Sostenere, laddove sono operanti, i servizi Caritas delle parrocchie e delle foranie, particolarmente i Centri di ascolto, strumenti preziosi per intercettare i bisogni e accompagnare le persone più fragili, in spirito di corresponsabilità e solidarietà.
  • Partecipare all’impegno della Caritas nel sostenere le popolazioni dell’Etiopia vittime della sanguinosa guerra civile, che ha prodotto anche danni devastanti al tessuto sociale ed economico del Paese. Sono circa otto milioni le persone che vivono le forme più estreme di insicurezza per la vita, la alimentazione, la salute. Tre milioni circa sono gli sfollati interni, costretti a lasciare le proprie case.
  • Partecipare all’impegno della Caritas nel soccorso a quanti vivono il dramma delle rotte migratorie, particolarmente nell’Est Europa: al confine tra Bielorussia e Polonia, nella rotta balcanica e in Grecia. In questi giorni il Papa ha visitato Cipro e ha denunciato con parole forti il disprezzo verso i migranti e le violenze e gli abusi cui sono sottoposti.

La Caritas diocesana è a disposizione delle parrocchie e dei coordinamenti foraniali per incontri e momenti formativi.

diac. Francesco D’Alfonso