Una cooperazione fra la Pubblica Amministrazione e la Diocesi

Emergenza: c’è anche il Centro Papa Luciani

A Col Cumano un posto per le persone dimesse dall’ospedale, ma ancora positive

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Confermiamo quanto annunciato ai media locali dall’Ulss 1 Dolomiti. A seguito di contatti intercorsi a vari livelli tra la direzione dell’azienda sanitaria, il Vescovo e la direzione del Centro Papa Luciani di Santa Giustina, la Diocesi ha dato la disponibilità a ospitare a Col Cumano le persone guarite dal Covid-19, che sono dimesse dall’ospedale, ma non possono ancora rientrare in famiglia, perché sono ancora positive e quindi potenzialmente contagiose.

Dichiara il Vescovo: «Di fronte a un’intera Nazione impegnata in questa “guerra” contro un nemico invisibile, ci è parso giusto che il Centro potesse dare questo contributo». Anche la Diocesi interverrà infatti a sostegno del progetto.

Ieri don Davide Fiocco e Francesco Fant, direttore e vicedirettore dell’Ente, hanno incontrato i responsabili dell’Ulss, il dr. Giampaolo Ben e la dr. Alice Prete. «Certo – afferma don Davide – da un punto di vista economico ci sarà una compartecipazione e inoltre ci è stato soprattutto assicurato il supporto della Protezione civile e della Croce Rossa, per quanto riguarda gli aspetti sanitari, i dispositivi di protezione individuale, le procedure da adottare»; aspetti tutt’altro che secondari, perché una “casa per vacanze” non è preparata a ospitare situazioni che sono ancora così delicate. «Per la sanificazione degli ambienti alla fine di ogni soggiorno e alla fine di tutta l’impresa, ci è stato assicurato che interverrà ancora l’Ulss».

Da altre realtà sono venuti incoraggiamento e rassicurazioni: «La nostra esperienza è che con i corretti DPI e seguendo le procedure è difficile rimanere contagiati. È importante però avere una ferrea disciplina nell’applicazione delle regole», scrive l’ing. Paolo Santesso, amministratore unico della Casa di riposo di Cavarzano. A breve quindi, è previsto un incontro tra i responsabili dell’Ulss e i dipendenti del Centro disponibili a questo servizio, per illustrare e imparare tutte le dovute precauzioni da adottare.

Aggiunge don Davide: «Un mio primo pensiero va ai dipendenti che hanno risposto di “sì” all’appello e anche a quelli che hanno legittimamente manifestato preoccupazione». E conclude: «È un impegno a cui come Centro siamo disponibili, in spirito di carità e con senso civico. È anche un segno di fronte alla cittadinanza, per dire che il Centro Papa Luciani non è “una specie di albergo”, ma un punto di riferimento per l’intera diocesi, come fu inteso fin dalla sua fondazione».