Biglietto da visita - 4

Cristo, primogenito di una moltitudine di fratelli e sorelle

Nel giorno dell’Esaltazione della santa Croce

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Annoto questi pensieri nel giorno in cui la Liturgia ci fa celebrare la festa dell’esaltazione della Croce.

Uno strumento di morte, come può essere una forca, una sedia elettrica, viene così “trasfigurata”. Ma come è possibile? Trasfigurare una vicenda, una storia, un evento… può essere possibile solo per la forza dell’amore. In alcune situazioni critiche, paragonabili a una piccola morte, ci siamo sentiti spegnere o ci è sembrato di essere stati buttati via… Nel Cantico dei Cantici è scritto: «Forte come la morte è l’amore […] le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo»
(8,6-7).

Quando si accende l’amore ed esso esprime tutta la sua forza, si può risorgere, si viene rigenerati alla vita. Nella Croce di Gesù è capitato proprio questo. La Liturgia contempla sulla croce una morte ingiusta trasfigurata in promettente vita. Se vince l’amore c’è tanta vita. Poiché «Dio è amore» (1Gv 4,8), in Lui vi è tutta quanta la vita, nella sua pienezza. Ecco l’esaltazione della Croce!

Scopriamo che in questa trasfigurazione della croce di Gesù inizia una storia nuova, di guarigione, di salvezza, di futuro, di pienezza, di Vita. I racconti evangelici della passione di Gesù narrano che ai piedi della sua croce vi sono i segni di tale Vita. Secondo l’evangelista Marco, di fronte a Gesù crocifisso si trovava un centurione e, un po’ più lontano, c’erano alcune donne (cfr Mc 15,39-40). Poco dopo si presentò anche Giuseppe d’Arimatea (cfr. Mc 15,43). Alla prova della morte Gesù non è lasciato solo. C’è un seme di “Chiesa sinodale” che è già seminato e attende di germogliare. Anche per gli altri evangelisti ai piedi della croce e nei suoi dintorni vi era “un piccolo seme” di discepole e discepoli. E Gesù aveva detto: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20). L’evangelista Giovanni descrive che sotto la croce avviene, come in un parto, che una mamma – la sua! – accoglie un nuovo figlio: il discepolo «che Gesù amava» (Gv 19,25-27).

Solo se torniamo a queste “origini” della Chiesa, comprendiamo che essa sgorga da un amore – quello di Cristo che manifesta che «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito» (Gv 3,16) – che la fa nascere “sinodale”. E Gesù risorto è il primogenito di una moltitudine di fratelli e sorelle (cfr. Rm 8,29).

Mentre ci accingiamo a preparare l’Assemblea sinodale – che vivremo in due momenti: sabato 18 settembre online e, poi, in presenza al Santuario del Nevegal, sabato 25 settembre – sostiamo in contemplazione, in preghiera, in disponibilità di amore tra fratelli e sorelle ai piedi della Croce, da cui sgorga Vita nuova, nel piccolo segno di una Chiesa sinodale che nasce…

+ Renato, vescovo