Una proposta «che non va in automatico». I giorni dello Spirito e di comunità sono stati occasione, per le parrocchie di Belluno-Feltre, di fare una proposta in cui nessun ingrediente è stato assolutamente nuovo (né preghiera, né condivisione, né convivialità sono parole estranee alla vita consueta delle comunità) ma che nella loro unione è risultata inedita e accattivante.
Tre giorni: un tempo breve per far capire come la comunità abbia bisogno di ricatalizzarsi attorno al Vangelo e al suo annuncio, ma abbastanza lungo per far passare il messaggio di uno stile. Chi ha partecipato ha potuto attingere a una spiritualità tanto semplicissima quanto profonda: tutti i segni, i gesti, le preghiere avevano nel Vangelo del giorno il proprio baricentro.
Tra gli altri aspetti positivi, c’è il compiacimento per una proposta che è stata capace di unire attorno alle parrocchie tutto il territorio diocesano. In alcune parrocchie il materiale messo a disposizione è stato seguito in maniera non pedissequa: lo schema proposto per tutti era congegnato in maniera tale che doveva essere capito per poter essere smontato e riassemblato.
è quello che è accaduto a esempio nella parrocchia di Santa Giustina: il Gruppo famiglie, che ha preparato la serata, ha sostituito il video proposto dalla Cei per la terza serata con il discorso del Papa ai lavoratori alle acciaierie di Terni.
In qualche caso, ci sono state meno persone dell’anno scorso, come a Sovramonte, dove, del resto, «un piccolo gruppo di ragazze ha preparato bene la proposta. Abbiamo convocato tutte le parrocchie del Sovramontino insieme a Sorriva», dice il parroco don Fabrizio Tessaro.
Da Longarone è stato mantenuto lo schema dei tre giorni e una cinquantina le persone presenti, pure in leggero ribasso rispetto al primo anno, «dove aveva giocato a favore l’elemento della novità», dice il parroco don Gabriele Bernardi.
«I giorni dello Spirito e di comunità – dice don Luigi Del Favero dalle parrocchie di Comelico Superiore – sono andati molto bene: prima di tutto, per il gruppo che li ha preparati e che ha vi si è dedicato con entusiasmo e con inventiva». La partecipazione? «La terza sera, sabato, siamo arrivati, coinvolgendo le coppie con figli, a tanta, tanta gente». Il momento conviviale è stato costituito da una cena povera, con 150 persone sedute a tavola. «Ma in chiesa, per i primi due momenti, ce n’era di più: ci eravamo rivolti alle coppie che hanno figli in età da sacramenti; sono venuti». La proiezione delle immagini e l’ascolto della musica ha aiutato molto a pregare. «Un gruppo di giovani ha preparato i canti: eccellenti; ben eseguiti, merito delle prove fatte parecchie volte». Nelle prime due sere, erano presenti una cinquantina di fedeli. Don Luigi Del Favero conclude: «ne abbiamo ricavato la convinzione che si può stare insieme e pregare in modo nuovo. Come previsto dalla terza sera, il gruppo degli organizzatori ha cambiato la disposizione dei banchi, ma questo non ha creato nessun disagio. Le persone più anziane sono più disponibili di quel che si pensa ad accettare il nuovo».
Giuseppe Bratti
[le foto si riferiscono alle parrocchie del centro di Belluno]