Duecento pellegrini al Santo

Antonio insegna a vivere ciò che la vita presenta, anche di imprevisto

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Le ardite volte della basilica antoniana richiamano le nostre montagne: con questa evocativa immagine il vescovo Renato ha iniziato la sua omelia nella celebrazione eucaristica, che ha terminato il pellegrinaggio alla tomba del Santo, prima diocesi presente alle tredici tappe che precedono la festa annuale. Un evento mai interrotto negli ultimi anni e, finalmente, partecipato da un significativo numero di pellegrini: quasi duecento, provenienti da tutte le zone della diocesi.

«Dare a Dio ciò che è di Dio»: è l’invito evangelico della Parola del giorno su cui si è concentrata la riflessione del Vescovo: vivere ciò che la vita presenta, anche di imprevisto – come tutti noi abbiamo sperimentato – come dono da ricevere e restituire, con fiducia. Come l’arrivo di Antonio in Italia, un caso fortuito (un naufragio), un fallimento (la missione in Marocco), ma quale dono per la nostra terra e la storia di fede del nostro popolo.

Di qui l’invito ad accogliere il dono espresso anche dalla testimonianza di due giovani sposi, che ha concluso la celebrazione e dall’invito al particolare ricordo, espresso da don Renato, per Samantha D’Incà, la giovane di Feltre, la cui situazione richiama tutti noi ad un’apertura del cuore rispettosa e sincera.

La foto conclusiva ritrae i pellegrini sorridenti, anche con la mascherina, e spalanca l’invito al prossimo anno, ancora per il 1° giugno!

erredienne