Iniziata l'esperienza sul Cammino delle Dolomiti

ESCI 2019 – da Col Cumano a Vedana

In cammino con san Bruno: «Nudos amat eremus»

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Si parte! Anche quest’anno 35 iscritti per gli Esercizi Spirituali Comunitari Itineranti sul Cammino delle Dolomiti. Animati da Francesco e Lina, guidati spiritualmente da don Augusto Antoniol, si sono messi in marcia dopo l’Eucaristia presieduta dal vescovo Renato, compagno di strada nel primo tratto del percorso.

Il cammino di quest’anno, che parte da un Centro di spiritualità e approda a un monastero, si svolge sotto il segno di san Bruno e della sentenza: “Il deserto ama persone nude” (Girolamo), cioè libere, spogliate di tante preoccupazioni. L’obiettivo è quello di scoprire il valore della vocazione contemplativa per l’uomo del mondo moderno.

Nella serata inaugurale, dopo le debite presentazioni, i camminatori hanno incontrato brevemente la figura di papa Luciani, tramite una presentazione affidata al direttore del Centro. E’ seguito il documentario “I solitari di Dio: separati da tutto, uniti a tutti“, girato nella Certosa di Serra San Bruno. Quindi la prima riflessione dettata da don Augusto.

Venerdì 23 agosto

La traccia spirituale per i primi passi – dedicati alla preghiera – è stata dettata da don Augusto, che ha preso spunto dall’esperienza dei deserti africani, dove una tempesta di sabbia in una notte può scombinare il panorama, spostare le dune, cancellare la strada, rendere inutili le carte topografiche. Così anche i tanti metodi di preghiera nella vita possono essere scombinati dalle tempeste esistenziali. Eppure bisogna riprendere il cammino, perché resta fermo l’Interlocutore primo della nostra preghiera. Terminando con una citazione di Evagrio Pontico: «Vale di più una sola parola nell’intimità che mille stando lontano».

Dopo la benedizione del Vescovo, il programma segna le tappe di San Gregorio nelle Alpi, Paderno, Oregne, Sospirolo e la Valle del Mis, visita ai cadini del Breton e cascata della Soffia. In serata al Centro civico di Sospirolo un incontro partecipato e intenso con la dott. Pieranna Casanova, studiosa locale del territorio sospirolese;la proiezione del filmato “Ci sono le stelle in val del Mis” e la lettura di testi di Ettore Castiglioni, alpinista esploratore dei monti della Val del Mis, sui temi della solitudine, amicizia, natura e spiritualità del camminare in montagna.

 

Sabato 24 agosto

La giornata di sabato è dedicata alla riflessione sulla vita monastica come segno per il mondo; anche la pausa pranzo diventa una “pausa spirituale” sul tema della solidarietà. Piacevole il percorso sui sentieri delle chiesette pedemontane: la chiesetta di san Michele ai Pascoli, quella di santa Giuliana di Regolanova, sulla collina opposta. Oltre a don Augusto i pellegrini sono accompagnati dal parroco del luogo, l’infaticabile don Luciano Todesco. Gli ultimi percorsi sulle Masiere avvicinano i pellegrini alla chiesa di San Gottardo e alla Certosa di Vedana. La giornata si conclude con una conferenza del dott. Francesco Laveder sulla storia della Certosa di Vedana e i suoi certosini.

Domenica 25 agosto

Giornata di arrivo: l’incontro con la comunità delle suore di Vedana. Nell’omelia il vescovo Renato, commentando il Vangelo del giorno, osserva: «Siamo variopinti, veniamo da oriente e da occidente, ma tutti vogliamo gustare Gesù, porta stretta che non ci impedisce di entrare. Siamo interpellati direttamente, siamo venuti nell’avventura della nostra vita senza chiederlo, siamo stati accuditi da mani e dobbiamo ritrovare le misure della nostra vita, del dono noi siamo. Noi siamo porta stretta, l’altro è una porta stretta, ma questa è la vera libertà, del poter riconsegnare tutto per poter entrare, del coraggio di incontrare Lui e i fratelli, del lasciarci curare e guarire da questa relazione. Questa è la porta stretta!». A seguire il pranzo, preparato dal gruppo alpini di Sospirolo presso la loro sede. E per finire il “cerchio” con la consueta consegna ai partecipanti della pigna di larice, simbolo del Cammino delle Dolomiti. E così, come si era partiti, si ritorna a casa, stanchi ma carichi dell’esperienza fatta.