Un milione di giovani da tutto il mondo a Roma per il Giubileo dei Giovani, e tra loro c’era anche un gruppo di ragazzi e ragazze delle comunità neocatecumenali delle parrocchie bellunesi di San Giovanni Bosco e Santa Maria Immacolata di Mussoi. Non solo pellegrini, ma testimoni di un’esperienza – vissuta insieme ai coetanei di Pordenone e Vittorio Veneto – che ha rinnovato la loro fede e li ha spinti a guardare al futuro con speranza.
Il pellegrinaggio è iniziato il 31 luglio. La prima tappa, Orvieto, con la celebrazione eucaristica nel suggestivo Duomo, è stata un momento di profonda comunione. Poi, la scoperta della figura di san Francesco a Greccio, dove è nato il presepe, e lo spettacolo naturalistico della cascata delle Marmore.
Cuore del pellegrinaggio è stato il grande raduno a Tor Vergata. La veglia con l’adorazione eucaristica ha messo Gesù al centro, offrendo un’occasione di preghiera e di raccoglimento che ha toccato nel profondo molti giovani. Le parole del Santo Padre e i suoi riferimenti sant’Agostino hanno colpito in particolare Paolo e Francesco. “Non accontentatevi di meno” e “aspirate a cose grandi” sono i moniti del Papa che hanno risuonato come un incoraggiamento a non fermarsi e a non avere paura di andare avanti, anche nella sofferenza, come ha ricordato Chiara.
Il giorno seguente, l’incontro vocazionale con il fondatore del Cammino, Kiko Argüello, ha raccolto ben centoventimila persone. Le chiamate al sacerdozio e alla vita consacrata sono state un momento di commozione e di grande entusiasmo. Deborah, al suo primo pellegrinaggio, è rimasta profondamente colpita “dal fiume di ragazzi e ragazze che correva verso il palco”, spinti da un desiderio di seguire il Signore, lasciando dietro di sé insicurezze e domande. Vincenzo è stato uno di quei cinquemila che ha risposto di “sì”, dando la sua disponibilità.
Oltre agli eventi principali, il gruppo bellunese ha avuto modo di visitare luoghi significativi: la tomba di santa Caterina da Siena, che ha particolarmente emozionato Martina, e le parrocchie romane dove il Cammino neocatecumenale è arrivato per la prima volta in Italia nel 1968. “Ho sentito dentro di me l’amore che Dio ha per me”, ha raccontato Martina, sottolineando la pace interiore trovata in questi momenti.
Il ritorno, con la sosta ad Assisi per pregare sulla tomba del beato Carlo Acutis (prossimo santo) e santa Chiara, ha rappresentato un’ulteriore opportunità di approfondimento della fede. Qui il gruppo ha ascoltato anche una catechesi sulla teologia del corpo tenuta da don Daniele Scaramuzza. L’esperienza di Giovanni, che veniva da un periodo di aridità, testimonia come il pellegrinaggio lo abbia aiutato a “riscoprire la preghiera”.
“È difficile credere in questi tempi”, ha ammesso Greta, che è partita “con il cuore aperto”, ma ha trovato conforto e sostegno nel “vedere tutti questi giovani credere come credo io”. Allo stesso modo, Luca si è sentito accolto e Francesco, che viveva un periodo di crisi, ha trovato nel pellegrinaggio un momento in cui “Cristo è passato” nella sua vita. L’esperienza del giubileo dei giovani ha toccato il cuore di Sara, la quale ha trovato serenità e risposte ai suoi dubbi attraverso le catechesi e la Parola di Dio. “Ho sentito sciogliersi i nodi che avevo”, ha confidato.
Queste testimonianze raccontano di un Giubileo che non è stato solo un evento, ma un’opportunità per ripartire, per “vedere sé stessi e i propri limiti”, come ha detto Greta, e per rafforzare la propria fede e la propria vocazione. Il gruppo di Belluno è tornato a casa forte dell’esperienza dell’incontro con Gesù, con la consapevolezza che è presente in ciascuno di loro e con un desiderio ancora più grande di annunciare l’amore di Dio.
Giorgio Reolon
Di ritorno da Roma, le comunità del Cammino neocatecumenale di Belluno si sono adoperate per accogliere una cinquantina di giovani pellegrini provenienti dall’Ucraina, offrendo loro un’indimenticabile tappa alpina prima del rientro in patria. Un gesto di solidarietà e amicizia, che ha creato un ponte tra queste due terre. I ragazzi sono stati accolti negli spazi del convento dei frati cappuccini di Mussoi, mentre le ragazze hanno trovato ospitalità presso le famiglie delle comunità bellunesi, che si sono aperte con generosità. I giovani ucraini si sono dimostrati molto rispettosi e grati per questa accoglienza. Nei due giorni di permanenza, hanno potuto immergersi nella natura delle Dolomiti con una gita al Col dei Baldi, tra Alleghe e Pecol di Zoldo (il gruppo nella foto). Le serate sono state dedicate alla preghiera e alla comunione: due celebrazioni eucaristiche si sono tenute all’Istituto salesiano Agosti, riunendo tutte le comunità neocatecumenali. Durante l’ultima Messa, il gruppo di Belluno, appena rientrato dal Giubileo, si è unito ai giovani ucraini, condividendo la gioia di un’esperienza che unisce nella fede.
- Tor Vergata
- I giovani neocatecumenali bellunesi
- I giovani dell’Ucraina a Col dei Baldi



