«Il viaggio del dialogo: le strade della comunità bellunese»

Giornata del dialogo cristiano islamico a Belluno-Feltre

Sabato 27 ottobre, ore 15.30, Centro Papa Luciani

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Due i momenti per la prossima Giornata del dialogo cristiano islamico che, oltre che in tutta Italia, sarà celebrata a Belluno-Feltre. A livello locale, l’iniziativa ha una lunga storia, iniziata con la Marcia per la pace a Belluno dell’8 dicembre 2015: non nasce da idee o da iniziative di scuola o accademiche, ma dal dialogo della vita che alcune persone del Movimento dei Focolari e della Comunità islamica provinciale stanno esperimentando da tempo nelle loro singole case e realtà e che è cresciuto fino a entrare nella vita pastorale della diocesi.

Sabato 27 ottobre, al mattino, alle 11, al Centro «Giovanni XXIII», Paolo Frizzi, dell’università «Sophia» di Loppiano (foto sotto), e Hamid Zariate, medico di base in provincia di Biella e imam (foto sotto), incontreranno gli studenti delle scuole bellunesi; nel pomeriggio, al Centro «Papa Luciani» sabato 27 ottobre, dalle 15.30 in poi, Frizzi e Zariate faranno il punto sullo «stato dell’arte» del dialogo cristiano islamico per poi lasciare lo spazio alle testimonianze di dialogo bellunesi (da San Gregorio, Feltre, Belluno…) e concludere con un tempo di ascolto del Vangelo e del Corano.

La Giornata del dialogo cristiano islamico, ha detto il vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni in apertura della conferenza stampa di presentazione, sabato 20 ottobre in Curia, «non è una Giornata: è un percorso» del tutto in linea con gli impegni della Chiesa bellunese-feltrina, tra cui «l’impegno a credere nella vita e l’impegno a stare insieme». A tal proposito, nota il titolo dato all’iniziativa («Il viaggio del dialogo: le strade della comunità bellunese-feltrina») e invita a «proseguire questo itinerario». Il vescovo ha ripreso gli Orientamenti pastorali di quest’anno, «Comunità costruite sul Vangelo», per ricordare che un incontro come quello di sabato 27 ottobre permette di incontrarsi tra persone che stanno seguendo in libertà e responsabilità un cammino di fede: «Quando si fa strada insieme, la fede di ciascuno di noi può guardare in avanti e significare speranza, diventare parola buona e invito buono per tutti». Lo segue negli interventi l’imam Hassan Frague, presidente della Comunità islamica della provincia di Belluno, per il quale “ogni giorno è un altro passo sulla strada del dialogo. È bello sentirmi augurare “buon Ramadan” dai cristiani ed è bello per me augurare loro il “buon Natale”.

In questo viaggio, compaiono a bordo strada, per restare nell’immagine, fantasmi costruiti, e, il più delle volte, strumentalizzati. Lo nota Franco Chemello, referente provinciale delle Scuole in rete per un mondo di solidarietà e di pace della provincia di Belluno: «le classi delle scuole bellunesi sono per lo più miste, composte da italiani e immigrati. Gli studenti sono bombardati da paure, che devono diventare studio e fatica per riconoscerle attraverso il dialogo». A tal proposito, con una piattaforma on line, «è stato chiesto agli studenti di esprimere le proprie paure, che saranno comunicate a Frizzi e Zariate, così che possano interagire con gli studenti a partire dai loro quesiti». Chemello nota che la giornata è anche occasione per rilanciare il tema dei diritti umani, in ogni circostanza e situazione.

Le paure sono legate a quanto il sistema mediatico, tutt’altro che innocente, diffonde circa l’immigrazione. Marco Crepaz porta però la voce positiva dell’associazione «Bellunesi nel mondo»: «migrare fa parte della condizione umana. Ora è il tempo di superare l’integrazione per arrivare all’interazione»; gli fa eco, anzi rilancia, Assia Belhadj, mediatrice culturale di origine algerina, la quale, da mamma, nota come «questo cammino che stiamo facendo insieme influenza positivamente i figli». La Belhadj dice di aver imparato in Italia la parola «straniero», che non c’è nella sua lingua materna, e infine nota che «abbiamo superato la parola integrazione: ora il nostro obiettivo è la collaborazione». Ma è la metafora del viaggio quella che è più ripresa: per Massimo Pomarè, del Movimento dei Focolari, «si tratta proprio di un viaggio che non sappiamo dove ci porterà». Con lui don Giuseppe Bernardi e Giulio Battaiola: «quando uno varca la soglia della casa del suo prossimo, incontra persone, non idee. Non badiamo alle informazioni: badiamo prima di tutto al tu che incontriamo». La sua esperienza lo ha portato a ammirare i suoi vicini di casa musulmani che hanno fiducia in Dio «e che si fermano a pregare in un mondo capace solo di correre». Il Vescovo ha sottomano i documenti del Concilio Vaticano II, un testo che è sul tavolino e nel cuore di ogni cattolico autentico, e da Dignitatis humanae legge come ogni iniziativa che favorisca la libertà religiosa vada promossa. È un testo che si sposa con Nostra aetate, in cui si legge come i musulmani adorino l’unico Dio: un Dio che è persona e realtà, mai idea, mai cosa, Dio vivente a cui ogni iniziativa di dialogo religioso, non solo ecumenico, tende.

don Giuseppe Bratti
delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso