Storia del Giubileo - 13

Giubileo e urbanistica di Roma

Il ponte di Castel Sant’Angelo era un punto nevralgico, visto che era l’unico passaggio del Tevere

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Il grande afflusso di pellegrini, che si verificava a Roma ad ogni anno santo, ebbe anche dei risvolti sul quadro urbanistico della città. Infatti bisognava apportare migliorie alle strade, magari costruirne di nuove, sistemare i ponti; non mancarono i lavori alle basiliche, nelle quali si otteneva l’indulgenza.

Nel corso del solo anno 1300, la Camera Apostolica (ministero delle finanze della Sede Apostolica) impiegò oltre 100.000 fiorini in opere pubbliche, mentre del triennio 1301-1303, le uscite furono attorno agli 80.000 fiorini. Quindi nel solo anno santo, la Santa Sede impiegò per lavori pubblici il quadruplo di denaro usato negli anni seguenti. Venne rifatta la facciata della basilica lateranense, venne aperta una nuova porta nelle mura di Roma per accorciare ai pellegrini la strada per la Basilica. Sul ponte di Castello (attuale ponte Sant’Angelo) si fecero disporre al centro le bottegucce mobili così da disporre due sensi unici di marcia: uno verso San Pietro e un altro in senso inverso. Questo accorgimento, come già abbiam avuto modo di vedere, viene descritto da Dante nel diciottesimo canto dell’Inferno.

E appunto il ponte di Castel Sant’Angelo era un punto nevralgico, visto che era l’unico passaggio del Tevere e quindi era continuamente accalcato da fedeli che facevano ressa per attraversarlo. Il permanente intasamento che i pellegrini creavano ad ogni anno santo, provocò una tragedia nel giubileo del 1450. Si era verso la fin dell’anno santo; nella tarda serata del 19 dicembre, una folla numerosa faceva ritorno da piazza S. Pietro ove era stata per la benedizione papale. Durante l’attraversamento del ponte alcuni muli si imbizzarrirono e cominciarono e scalciare, per evitare di cadere sotto gli zoccoli, quelli che erano vicini si ritrassero, ma vennero risospinti avanti dagli altri che non capivano il motivo di questo arrestarsi. Ne seguì una ressa tale ed una tal fuga disordinata, per la quale alcuni morirono calpestati dagli altri. Altri nella concitazione del momento, come unica salvezza non videro che gettarsi nel Tevere, ove però perirono affogati. In tutto si contarono 172 morti. Perciò nell’imminenza del successivo giubileo successivo, quello del 1475, Papa Sisto IV (1471-1484) pensò di costruire un altro ponte sui ruderi di un antico ponte romano, sito a valle di ponte Sant’Angelo. Il ponte esiste tutt’oggi e porta il nome del pontefice.

Sempre in vista di tale giubileo papa Sisto IV procedette ad una serie notevole di provvedimenti di carattere sia amministrativo che urbanistico. Tra i primi ricordiamo quelli per la tutela dei pellegrini dal banditismo, la sicurezza degli approvvigionamenti, la regolamentazione circa le attività degli alberghi e il funzionamento degli ospizi. Ma in modo particolare Sisto IV affrontò i pochi anni, che dalla sua elezione lo separavano dal giubileo, per incidere il più possibile sul volto di Roma e farla risorgere artisticamente. Fece eseguire lavori di restauro alle quattro basiliche giubilari e in quella di San Pietro fece innalzare il nuovo ciborio sopra l’altar maggiore. Numerose le chiese di Roma che vennero restaurate e ampliate con nuove cappelle e tutto ciò è testimoniato da molte lapidi commemorative.

Inoltre, Sisto IV fece restaurare l’ospedale di S. Spirito in Sassia e mise all’opera il celebre architetto Leon Battista Alberti, per studiare un tracciato più razionale delle strade di accesso alla basilica di San Pietro.

Alessandro VI (1492-14503) a sua volta, per il giubileo del 1500, fece costruire una strada nuova e spaziosa (Borgo Nuovo) che da ponte di Castello portava alla Basilica di San Pietro evitando così i consueti ingorghi della folla.

don Claudio Centa

 

NELLA FOTO: Roma, Ponte Sisto. I lavori per la sua costruzione ebbero inizio nel 1473 in vista del giubileo. Una delle due iscrizioni, in latino, che il passante può leggere rivolge il seguente invito: «1475 – tu che passi [il Tevere] grazie a Sisto IV prega Dio di conservarci a lungo e proteggere il pontefice – Sta bene chiunque tu sia quando avrai fatto questa preghiera».