4 momenti previsti dai testi del Messale e del Lezionario

I Vangeli di Natale

I testi evangelici che raccontano l’evento che la Chiesa celebra

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Partecipando a una delle Messe previste per il giorno di Natale, si ascolteranno i Vangeli che raccontano l’evento che la Chiesa celebra. In questo contributo presenterò, collegandoli ai quattro momenti previsti dai testi del Messale e del Lezionario, i brani evangelici scelti dalla Liturgia.

La Messa vespertina nella vigilia

La prima messa di Natale è quella celebrata nel pomeriggio della vigilia, il 24 dicembre. Il Vangelo proclamato in questa celebrazione è il primo capitolo del libro di Matteo (Mt 1,1-25). L’inizio è solenne: «Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo». Segue l’elenco delle generazioni (tre gruppi di 14) che da Abramo arrivano a «Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo». Segue il racconto del concepimento di Maria, lo smarrimento di Giuseppe, l’apparizione a lui dell’Angelo che gli spiega l’evento e gli affida la sua missione. Sarà Giuseppe a dare, secondo la prassi del tempo, il nome al bambino. Matteo che scrive per lettori legati al mondo ebraico rammenta la parola del profeta che annunciava l’Emanuele, «Dio con noi». Il brano si conclude con la disponibilità di Giuseppe e la testimonianza della nascita del figlio al quale egli dette il nome di Gesù.

La Messa nella notte

Il Vangelo proclamato in questa celebrazione è preso dall’evangelista Luca (Lc 2,1-14). Viene dato il quadro storico dell’evento con una solenne frase: «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra». Viene indicata la collocazione geografica e giuridica di Giuseppe e Maria, che da Nazareth devono recarsi a Betlemme, essendo Giuseppe della stirpe di Davide. Viene raccontata la nascita con brevi frasi: «Mentre si trovavano in quel luogo si compirono per lei giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché loro non c’era posto nell’alloggio».

Il racconto presenta l’annuncio ai pastori con una espressione che è la sintesi del significato di quella nascita. «Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore». Il segno sarà un bambino. Il brano racconta poi degli angeli che lodano il Signore e viene proclamata la espressione che è stata inserita, rinnovata, nel canto del Gloria alla Messa: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama».

La Messa dell’aurora

Il brano proclamato a questa Messa è la continuazione del precedente (Lc 2,15-20). Racconta il cammino dei pastori che vanno «senza indugio» come era stato loro indicato. Trovano Maria e Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia. Il testo nota la gioia dei pastori che ritornano ai loro greggi «glorificando e lodando Dio». Questo brano e il precedente sono quelli che più hanno accompagnato la fantasia dei fedeli nell’ascolto e nel celebrare l’evento del Natale di Gesù.

La Messa del giorno

Il Vangelo proclamato in questa liturgia della Parola è decisamente diverso nella forma da quelli ascoltati nelle tre precedenti. L’evento viene letto e annunciato nella sua intensità teologica con il linguaggio caratteristico di Giovanni (Gv 1,1-18) che ben si distingue nella narrazione dai Vangeli Sinottici, in particolare Matteo e Luca.

La solennità dell’inizio del brano è espressa dalle parole: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio». Il Bambino di Betlemme, protagonista dell’evento qui è annunciato come “Verbo-Parola”. Da molti è conosciuto anche il termine sinonimo in lingua greca: “Logos”. Si parla poi del precursore Giovanni e di quella luce che veniva nel mondo: «Veniva nel mondo la luce vera». Con rammarico si afferma «venne fra i suoi e i suoi non lo hanno accolto». Per coloro che lo accolgono viene annunciato il dono di diventare figli di Dio.

La frase che annuncia il Natale è conosciuta nella sua espressione nello stile di Giovanni: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi e noi abbiamo contemplato la sua gloria…». La riflessione teologica di Giovanni si può trasformare anche in proposta di spiritualità. Accogliere Cristo come «luce vera» e ricevere il dono di «diventare figli di Dio». È la grande realtà del Natale cristiano nel suo significato per l’umanità che cerca, in Dio, senso pieno alla sua vita e alla sua storia.

Accostarsi alla Parola di Dio

Accanto ai quattro brani del Vangelo il Lezionario propone anche le prime letture dal Vecchio testamento con il relativo salmo responsoriale e il suo ritornello-sintesi. I testi della seconda lettura, dal Nuovo Testamento, illuminano alcuni aspetti della presenza salvifica di Cristo. Il canto al Vangelo è per ogni brano una chiave di lettura del testo che sarà proclamato.

Ai lettori suggerirei di accostarsi, anche prima della partecipazione, se possibile, ai quattro brani del Vangelo di cui ho riportato la citazione. Quello della Messa alla quale si partecipa sarà forse più gustato, gli altri saranno ricchezza di comprensione teologica e di spiritualità.

Giuliano Follin