Come ha reagito il cammino ecumenico alla pandemia che da mesi interessa, se non affligge, l’umanità? A livello mondiale la prospettiva è stata duplice. Di fronte alla sofferenza e al dolore «si sono moltiplicate le iniziative, a vario livello, per offrire assistenza e accoglienza, con un’attenzione che si è venuta sempre più rafforzando nei confronti degli ultimi perché a nessuno fosse negata la possibilità di cura». Dall’altro lato, «di fronte al diffondersi della pandemia si è venuta rafforzando, con una dimensione sempre più ecumenica, l’istanza di alimentare la speranza così da cominciare a immaginare un futuro diverso dal presente, nel quale porre al centro i valori religiosi». Così scriveva Riccardo Burigana sull’Osservatore Romano di qualche giorno fa.
Nella realtà bellunese e feltrina la collaborazione tra Chiese a servizio dei poveri, con il perno della Caritas diocesana, è aumentata. Le varie confessioni hanno reagito alle restrizioni della pandemia così da poter continuare l’attività pastorale.
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2021) si pone però quest’anno su un piano tutto spirituale e mistico, pensata com’è nei suoi testi, nelle sue riflessioni e nelle sue celebrazioni da una comunità monastica femminile appartenente alla Riforma. La comunità monastica di Grandchamp (sulle rive del lago di Neuchatel, in Svizzera), che condivide in buona parte la regola di Taizé, ha preparato i testi e le preghiere sul tema «Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto» (cfr. Gv 15,5-9).
On line un incontro diocesano
Il cammino ecumenico bellunese coinvolge sei comunità cristiane pentecostali e tre parrocchie ortodosse (due rumene e una russa) oltre che la diocesi. Sabato 23 sera, alle 20.45, su piattaforma Meet (clicca qui) il pastore Davide Ravasio, della Chiesa evangelica di Belluno (con sede a Salce) racconterà la presenza pentecostale nel bellunese. All’incontro interverrà il vescovo Renato Marangoni. A moderare gli interventi, che comprendono anche due testimonianze, ci sarà il delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, don Giuseppe Bratti.
Dagli anniversari al futuro
Il cammino ecumenico ha ottima memoria, ma solo in funzione del futuro; dopo il 500esimo anniversario della Riforma, ecco che il calendario porta a grandi passi le Chiese verso il 1700esimo anniversario del primo Concilio ecumenico nella storia della Chiesa: Nicea, 325. Non ci saranno rievocazioni, ma la scoperta che nella storia della Chiesa, nonostante strade diverse, si sta camminando insieme verso l’unico Signore Gesù.