La sera di sabato 25 gennaio, nella cripta della cattedrale

Condividere pace attraverso la verità delle nostre parole

Un’ora di preghiera per la pace, per iniziativa dell’Azione Cattolica e gruppi di varie zone della diocesi

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Nella serata di sabato scorso, 25 gennaio, il settore Giovani dell’Azione Cattolica ha organizzato «Un’ora di preghiera per la pace» nella cripta della cattedrale di Belluno. L’appuntamento, al quale ha partecipato anche il vescovo Renato Marangoni, si è aperto con un appello per la messa al bando delle armi nucleari ed è poi proseguito con una serie di canti, brani del Vangelo e letture tratte dal messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace 2020.

La testimonianza sulla parole false

Condividere pace anche attraverso la verità delle nostre parole. Questa breve espressione, uno dei nuclei del Messaggio del Papa per la Giornata della Pace, esprime bene il senso della veglia di preghiera vissuta da un nutrito gruppo di giovani – in special modo di AC – nella serata di sabato nella cripta della Cattedrale. La ricerca della verità come fondamento della pace attraverso il corretto uso della parole – in un mondo come il nostro in cui la comunicazione rappresenta un fattore ineludibile – rappresenta una sfida in cui ognuno di noi – nessuno escluso – è coinvolto, soprattutto i giovani. Ecco allora l’ascolto di stralci del Messaggio del Santo Padre, di brevi passi del Vangelo – nostra Parola di vita – e della testimonianza offerta da Carlo Arrigoni, direttore de L’Amico del Popolo, che in base alla sua esperienza ha dato alcuni interessanti spunti per accorgerci delle parole false (le famose “fake news”) che troppo spesso si diffondono, storcendo la verità e di conseguenza ostacolando la pace. Tante parole diverse che l’assemblea di giovani, proveniente da varie parti della diocesi, ha ascoltato e meditato. Serve impegno nel filtrare e seguire con occhio critico quanto l’informazione trasmette ma occorre anche il coraggio di mettere in circolo parole buone: un ultimo segno di condivisione “interattiva” ha concluso la Veglia, rimarcando – come afferma ancora il Papa – l’importanza di non smettere “un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia”.

Sottolineature dalla riflessione del Papa

Queste alcune delle sottolineature riprese dalla riflessione del Papa.

  • «Il mondo non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, di artigiani della pace aperti al dialogo senza esclusioni e manipolazioni».
  • «La pace è “un edificio da costruirsi continuamente”, un cammino che facciamo insieme cercando sempre il bene comune e impegnandoci a mantenere la parola data e a rispettare il diritto».
  • «Come rompere la logica morbosa della minaccia e della paura? Come spezzare la dinamica di diffidenza attualmente prevalente? Dobbiamo perseguire una reale fratellanza, basata sulla comune origine da Dio ed esercitata nel dialogo e nella fiducia reciproca. Il desiderio di pace è profondamente inscritto nel cuore dell’uomo e non dobbiamo rassegnarci a nulla che sia meno di questo».
  • «Il cammino della riconciliazione richiede pazienza e fiducia. Non si ottiene la pace se non la si spera. Si tratta prima di tutto di credere nella possibilità della pace, di credere che l’altro ha il nostro stesso bisogno di pace».
  • «La paura è spesso fonte di conflitto. È importante, quindi, andare oltre i nostri timori umani, riconoscendoci figli bisognosi, davanti a Colui che ci ama e ci attende, come il Padre del figlio prodigo. La cultura dell’incontro tra fratelli e sorelle rompe con la cultura della minaccia».

L’incontro, partecipato da giovani giunti da varie località della diocesi, ha anche sottolineato l’importanza della verità per la costruzione di un autentico cammino di pace. A questo proposito il direttore dell’Amico del Popolo, Carlo Arrigoni, ha proposto una breve riflessione per indicare alcuni accorgimenti utili per difendersi dalle tante false notizie che oggi circolano nel sistema dell’informazione. Di qui l’invito, per esempio, a considerare l’interesse economico o politico che può aver spinto a diffondere una certa notizia e a valutare anche le sue conseguenze, a partire dalla consapevolezza che la falsità è fonte di divisioni e conflitti. Prima della conclusione della veglia, che è stata guidata da don Sandro Gabrieli, i partecipanti sono stati anche invitati a valutare il loro modo di dialogare e a scegliere una parola, da condividere online e offline, per esprimere l’impegno a costruire relazioni di pace.