Il dono di un nuovo prete

Camminare come discepolo e apostolo di Gesù significa essere servitore di tutti e dare la propria vita in riscatto

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«Ci salutiamo con stupore». Così il vescovo Renato si è rivolto all’assemblea, costituita anche da molti preti, che questo pomeriggio si è radunata in Cattedrale a Belluno per l’ordinazione presbiterale di don Sandro De Gasperi. Stupore, insieme a gioia ed esultanza per i doni del Signore, tra cui quello di un nuovo prete. Un invito pure a essere riconoscenti anche verso la famiglia di don Sandro e verso tutti coloro che ne hanno accompagnato la formazione.

Questo l’inizio della solenne celebrazione che, dopo la proclamazione della Parola di Dio, è continuata con la liturgia dell’ordinazione, con la presentazione del candidato e l’assunzione da parte di don Sandro degli impegni del ministero: cooperare con il vescovo a servizio del popolo di Dio, predicare la Parola e insegnare la fede, celebrare i misteri di Cristo, pregare per il popolo, consacrarsi a Dio per la salvezza di tutti gli uomini.

Nell’omelia il Vescovo ha ricordato a don Sandro che il Signore lo ha cercato, lo ha amorevolmente atteso, l’ha attratto a sé, gli ha fatto percepire il suo amore. E lo ha fatto nel suo stile, prendendo l’iniziativa, raggiungendoci nei nostri cammini, trasformando il nostro camminare in una nuova vicinanza a lui. «Prima di ogni altra nostra iniziativa – ha detto il Vescovo – il Signore si dà: «Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». E poi: «Ogni chiamata è innanzitutto questo: “Il Figlio dell’uomo dà la propria vita in riscatto per molti”. Il suo “amore preveniente” si affaccia sulle nostre intrigate vicende umane come una consegna di vita, un riscatto di libertà, una promessa di un futuro nuovo: “Giustificherà molti”».

«Ecco perché la Chiesa annuncia la chiamata di Dio – ha detto il Vescovo – perché il Figlio dell’uomo cammina davanti a noi, con noi, in noi. Egli trasforma il nostro vagare nel suo cammino in cui servire e dare la vita in riscatto per molti». E ancora, rivolgendosi direttamente a don Sandro: camminare come discepolo e apostolo del Signore Gesù non significa e non comporta “diventare grande” o “essere primo” tra altri, tra i tuoi fratelli nel presbiterato, nelle comunità e tra “i molti” a cui sarai affidato, ma significa invece essere servitore di tutti, servire e dare la propria vita in riscatto per molti perché dell’amore del Signore sia piena la terra.

La celebrazione è proseguita con il canto solenne delle litanie dei santi, durante le quali tutti si sono inginocchiati e don Sandro si è prostrato a terra; poi con l’imposizione delle mani del vescovo Renato, del vescovo emerito Giuseppe e di tutti i preti presenti; momenti cui hanno fatto seguito la preghiera di ordinazione, la vestizione di don Sandro con gli abiti liturgici propri, l’unzione della mani con il sacro crisma, la consegna del pane e del vino per la celebrazione eucaristica e l’abbraccio di pace che don Sandro ha ricevuto dal Vescovo e da alcuni sacerdoti.

Dopo la liturgia eucaristica e un saluto di benvenuto e di augurio da parte del vicepresidente del Consiglio pastorale diocesano, la celebrazione si è chiusa con la benedizione solenne, con la richiesta al Signore di proteggere don Sandro, rendendolo un pastore autentico, servo e testimone della verità e dell’amore.

Carlo Arrigoni