Le esequie di don Gabriele Bernardi

Il vento protagonista

«Eccomi, credo, sì, Amen, Ti aspetto»

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Era come ai funerali di Giovanni Paolo II nel 2005 il vento, che ha scompaginato le pagine del messale, ha fatto prendere il volo a purificatoi, spartiti del coro, animette e ha gonfiato come vele le casule. Ai funerali di don Gabriele Bernardi, che il vescovo Renato Marangoni – con lui il vescovo emerito Giuseppe Andrich e parecchie decine di sacerdoti – ha presieduto questo pomeriggio all’esterno del santuario di santa Maria delle Grazie, il vento è stato protagonista, come in un altro giorno ventoso, ma non perturbato: il giorno di Pentecoste; il giorno in cui don Gabriele Bernardi è spirato, domenica 31 maggio, nella sua casa di Selva di Cadore, dov’era parroco, con Colle Santa Lucia e Pescul, dal 2018. Tanta la gente arrivata per l’ultimo saluto dalle parrocchie da lui servite: Arabba, Cencenighe, Longarone e le parrocchie vicine, e ancora Anzù e Limana; oltre che da Loria, il paese natale, dove è stato sepolto.

Uno sbuffo di vento arriva proprio mentre padre Romeo Simonetti proclama il Vangelo e legge le parole del Risorto nel Cenacolo: «Ricevete lo Spirito Santo»; gli gira la pagina del lezionario. Un intreccio simbolico che il vescovo Renato ha intessuto nell’omelia: «noi non esitiamo a riconoscere la lingua di fuoco dello Spirito che avvolgeva don Gabriele; lo Spirito Santo ne ha davvero riempito i gesti e i sussulti».

Nel santuario dell’Agordino giungono, tramite l’omelia del Vescovo, le parole della Chiesa di Gerusalemme, che don Gabriele aveva servito dal 1998 al 2010 al Santo Sepolcro: l’amministratore apostolico Pierbattista Pizzaballa ricorda don Bernardi come «punto di riferimento per i pellegrini, cristiani e non… Era vicino a tanti e curava tante relazioni con la sua Gerusalemme». Sul tema di Gerusalemme si tiene anche la lettura della biografia di don Bernardi: il vicario generale Graziano Dalla Caneva, che l’ha ricordata prima dei riti di commiato, prega affinché «Cristo Risorto, che fa nuove tutte le cose, lo accolga nella nuova Gerusalemme» e ricorda cinque parole, dettate da don Gabriele, che sono ossatura del suo percorso spirituale: «Eccomi, credo, sì, Amen, Ti aspetto».

don Giuseppe Bratti