Elementi della Parola di Dio nelle domeniche e settimane del Tempo ordinario

In compagnia di Matteo

L’evangelista Matteo ci accompagna nelle prossime domeniche

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Il Calendario liturgico al quale prestiamo attenzione per vivere la celebrazione comunitaria e personale del mistero di Cristo, concluso il tempo di Natale, ci introduce nel Tempo ordinario.

Struttura del Tempo ordinario

Questo periodo dell’anno della Chiesa inizia il lunedì seguente la festa del “Battesimo del Signore” (il 12 gennaio nel 2020), e si conclude il sabato prima dell’Avvento (il 28 novembre nel 2020). Queste 34 settimane, con relative domeniche, sono proposte alla celebrazione in due periodi: prima della Quaresima e dopo il Tempo pasquale.

Nel corrente anno il primo periodo comprende sette domeniche.  La numerazione però inizia con la “seconda domenica” e si conclude con la domenica precedente il mercoledì delle Ceneri (il 26 febbraio  nel 2020). Molti calendari, o altri sussidi liturgici a disposizione, ricordano ai singoli fedeli ed alle comunità cristiane i diversi appuntamenti. Nei gruppi di servizio liturgico presenti nelle parrocchie, la programmazione, con un ragionevole e opportuno anticipo, presenta il programma da considerare e da preparare nei momenti previsti.

Il ciclo festivo A

È diventata familiare per chi è sintonizzato con il ritmo liturgico delle celebrazioni, la denominazione “ciclo festivo A”.  Si tratta della denominazione data alle domeniche del corrente anno. Questa triplice organizzazione annuale di preghiere della Chiesa e di testi della Parola di Dio accompagna, di anno in anno, la preghiera ufficiale della Chiesa ed in modo particolare la celebrazione della santa Messa.

Una delle sottolineature più significative è quella di aver deciso di proclamare nel corso delle domeniche del Tempo ordinario, testi dei Vangeli sinottici. Rispettivamente: Matteo nell’anno A, Marco nell’anno B e Luca nell’anno C. In questo modo i cristiani ascoltano la proclamazione dei brani più significativi dei tre Vangeli nell’arco di tre anni. Il Vangelo di Giovanni trova spazio in altri tempi liturgici.

Matteo originale compagno di viaggio

I tre Vangeli sinottici, pur avendo molti brani simili (passi paralleli), hanno ognuno una propria caratteristica che li connota rispetto agli altri due. Il vangelo di Matteo, redatto attingendo a fonti comuni con gli altri evangelisti, ha come suoi primi interlocutori e primi destinatari del suo scritto cristiani di origine ebraica, convertiti dall’ebraismo. A loro Matteo parla con precisi riferimenti alle sacre Scritture e alla precedente storia di Israele. Questi destinatari si differenziano bene dai destinatari degli altri evangelisti proprio da questi richiami e riferimenti.  Erano realtà e precisi riferimenti comprensibili solo da chi li aveva come familiari. Gesù da Matteo viene presentato come colui che porta a compimento le promesse fatte al popolo d’Israele. La figura di Gesù poi, viene collegata ai grandi personaggi dell’Antico Testamento, in particolare Mosè, figura di assoluto riferimento per il popolo ebraico.

Gesù è il maestro che annuncia e realizza la presenza del Regno di Dio, che insegna la nuova dottrina della salvezza.  Viene descritto l’inizio della nuova comunità, il nuovo popolo di Dio. La sua morte e risurrezione sono la manifestazione del suo essere il Messia.  Anche per questi annunci Matteo fa spesso riferimento a citazioni delle Scritture, familiari ai suoi destinatari-lettori.

La tradizione unanime indica nell’autore Matteo (chiamato anche Levi) lo stesso personaggio chiamato da Gesù dalla sua professione di esattore delle imposte per conto dei Romani. Gli esperti danno a questo evangelo anche altre due caratteristiche. La prima di essere stato in parte scritto in lingua aramaica ( a noi è giunta solo una redazione in lingua greca). La seconda di essere stato pubblicato nel suo primo nucleo originale intorno agli anni 40-50. Un percorso breve dalla testimonianza a voce dei testimoni, messa poi per iscritto dalla comune fonte dei Sinottici e quindi redatta da Matteo.

Ascoltando la proclamazione di questi scritti possiamo cogliere queste diverse prospettive. È evidente che l’attualità e la forza dell’annuncio di Matteo ha valore per ogni persona che cerca e incontra il Messia Signore. L’incontro non è solo una relazione personale, ma si compie nella realtà della comunità cristiana, nuovo popolo di Dio.

Giuliano Follin

Nell’immagine: L’evangelista Matteo e l’angelo (Guido Reni, 1630-1640)