Oggi, 15 febbraio 2021, viene ufficialmente pubblicato su questo sito il bando di concorso per «la progettazione dell’adeguamento liturgico della Cattedrale di San Martino in Belluno». Il concorso è aperto a «gruppi di lavoro coordinati esclusivamente da un architetto e costituiti da: progettista/i… in forma individuale o in forma di studio associato, società, raggruppamento temporaneo; un esperto in liturgia… uno o più artisti». Le modalità di partecipazione sono dettagliate nel bando: entro il 15 marzo gli interessati dovranno inviare l’iscrizione con le modalità descritte. Seguiranno altre interlocuzioni e, secondo le scadenze indicate, l’invio degli elaborati progettuali.
Sono previste due fasi del concorso, che si svolgerà nel più rigoroso rispetto dell’anonimato dei partecipanti di fronte alla giuria. La conclusione del concorso e la proclamazione del progetto vincitore è prevista entro il 2021. Seguiranno i tempi della progettazione esecutiva.
In tempi più recenti la Cattedrale ha subito diversi interventi: nei primi anni Novanta del secolo scorso il vescovo Ducoli promosse una serie di restauri conservativi delle facciate esterne e dell’interno; poco dopo il Duemila venne attuato un restauro conservativo su parte della copertura; nel 2016 infine si rese necessario un importante intervento statico sulla cupola, che comportò l’applicazione di tecnologie avanzate.
Era rimasto in sospeso l’adeguamento dell’interno, richiesto dopo che il Concilio Vaticano II (1962-1965) aveva avviato nella Chiesa la Riforma liturgica, che comportava un nuovo modo di celebrare la Messa e gli altri sacramenti. Le chiese dovevano avere spazi adeguati per le celebrazioni, a maggior ragione una Cattedrale, in quanto “Chiesa madre” nella diocesi.
Le indicazioni del Concilio – confermate nelle tre successive edizioni del Messale – richiedevano soprattutto un ripensamento dell’area attorno all’altare, detta “presbiterio”. Dice l’Ordinamento Generale del Messale Romano: «…quando il vecchio altare è collocato in modo da rendere difficile la partecipazione del popolo e non può essere rimosso senza danneggiare il valore artistico, si costruisca un altro altare fisso, realizzato con arte e debitamente dedicato. Soltanto sopra questo altare si compiano le sacre celebrazioni» (303).
Già nel 1965, l’arch. Alpago Novello curò un adeguamento provvisorio degli spazi: è quello che si è conservato fino ad oggi. Varie ipotesi di lavoro vennero esplorate negli anni, coinvolgendo artisti della fama di Augusto Murer e di Dante Moro, senza mai giungere a un progetto esecutivo.
Nel 2018 la Conferenza Episcopale italiana ha proposto un “Bando nazionale per l’adeguamento liturgico delle Cattedrali di alcune Diocesi”. Hanno manifestato interesse per la candidatura 14 diocesi italiane, tra cui la nostra. A termine di tutti i passi preliminari richiesti, il 24 giugno 2019 la Conferenza Episcopale Italiana ha ammesso la nostra Cattedrale al Bando, insieme a quelle di Acerenza, Asti, Cremona, Montepulciano-Chiusi-Pienza, Sessa Aurunca.
Nel darne comunicazione alla diocesi, il vescovo Renato Marangoni ha sottolineato tre spunti che incoraggiano l’impresa: anzitutto «essa mostra una unicità che spicca rispetto alle tante chiese, spesso piccole, di stile montano disseminate ovunque e sembra chiamare a convocazione» le 158 parrocchie disseminate nel vasto territorio montano. In secondo luogo, ha ricordato l’introduzione nelle diocesi italiane della terza edizione del Messale romano (29 novembre 2020), occasione per un rilancio della riforma liturgica voluta dal Concilio. In terzo luogo ha prospettato la conclusione del «lungo percorso di canonizzazione di papa Giovanni Paolo I», che sarà un momento forte del cammino diocesano.
In aderenza alle indicazioni contenute nel Documento preliminare alla progettazione, l’attenzione dei progettisti dovrà indirizzarsi su un insieme di “luoghi” liturgici. Punto nodale dell’intervento sarà il presbiterio: vi troveranno posto l’altare, l’ambone, la cattedra del Vescovo e una sede presidenziale, usata quando a presiedere non sarà il Vescovo. Meritano una valorizzazione anche la custodia eucaristica, l’altare della Sacra Spina e la statua della Beata Vergine all’ingresso, in quanto punto di riferimento della devozione popolare.
Un aneddoto per concludere. Nell’ottobre del 2003, il presidente Ciampi visitava Belluno. Dopo la cerimonia in piazza Duomo, l’allora Sindaco cercò di dissuaderlo dal perder tempo nella visita della Cattedrale, insinuando: «Non è un granché». Il presidente, al seguito di donna Franca, non rinunciò alla visita, ma la battuta del Sindaco finì sui giornali. Pochi giorni dopo, mettendosi nei panni di Tullio Lombardo, un arguto ghostwriter rimbrottò il primo Cittadino, cui fece notare la conformità delle linee del tempio ai dettami classici de re aedificatoria.
Oggi inizia un percorso, ben meritato dalla nostra Cattedrale. Tanto più che dal 18 giugno 1980 è divenuta Basilica minore. E sarà un motivo in più perché nessun bellunese abbia a dire: «Non è un granché».