Nei giorni scorsi sono iniziati i colloqui per le iscrizioni al secondo anno accademico del giovane Istituto superiore di Scienze religiose per il Veneto orientale, con sede a Treviso e un Polo didattico nel Seminario Gregoriano di Belluno. Abbiamo chiesto al pro-direttore, don Michele Marcato, come si preannuncia il nuovo anno.
“Le premesse sembrano buone: noi stessi siamo stati sorpresi dalle richieste di colloquio che ci sono arrivate già da qualche settimana, ancora prima che annunciassimo l’apertura ufficiale delle iscrizioni al nuovo anno. L’interesse per il nostro percorso sembra essere in crescita, anche se rimane parecchio impegnativo: vedremo come proseguiranno gli incontri delle prossime settimane. I primi a muoversi, in verità, sono stati alcuni degli studenti che stanno concludendo il ciclo triennale nell’Issr di Portogruaro che, come noto, purtroppo vedrà la chiusura con la fine del prossimo mese di agosto. Coloro che avevano iniziato il proprio percorso in quell’istituto, infatti, stanno valutando se continuarlo qui a Treviso, oppure a Udine. Ovviamente i criteri per la scelta saranno principalmente legati al territorio e alle distanze, ma devo dire che più di qualcuno si è mostrato interessato anche a valutare la qualità della proposta: ciò ci incoraggia a continuare nel nostro lavoro di qualificazione. Sono però giunti anche alcuni giovani che intendono intraprendere questo percorso appena avranno ottenuto il diploma di maturità: si tratta principalmente di persone che sentono il desiderio di insegnare, spesso già impegnati in attività formative in parrocchia, e che stanno pensando di poter vivere la propria professione come una vera e propria «missione»”.
Sembra comunque una scelta “saggia”, anche dal punto di vista lavorativo, dal momento che un posto come insegnante di Religione cattolica è quasi assicurato per coloro che otterranno il titolo nei prossimi 4-5 anni, se è vero che la media di occupazione “post lauream” per gli Issr è al di sopra di qualsiasi altro percorso universitario.
Non ho informazioni così precise riguardo ad altri percorsi universitari, anche se mi pare di capire che gli Ingegneri di vario tipo sono particolarmente “ricercati”; certo possiamo attestare che tutti coloro che si sono laureati nel nostro Issr, quando hanno dimostrato capacità didattiche adeguate e sono stati riconosciuti come idonei dai nostri uffici diocesani, hanno quasi sempre trovato impiego in tempi rapidissimi. Ricordo, per altro, che da settembre 2018 tutti i docenti, per le scuole di qualsiasi ordine e grado, devono essere in possesso dei titoli di Laurea magistrale in Scienze religiose (o Baccalaureato in Teologia). Ci auguriamo che persone motivate possano prepararsi in maniera sempre più qualificata a questo prezioso servizio.
Quali altre prospettive si aprono per chi frequenta l’Issr?
Il nostro Istituto è frequentato anche da persone che hanno la prospettiva di un servizio ministeriale ben preciso, come i candidati al diaconato permanente, o alcuni religiosi che sono inviati dai propri superiori. Ma, oltre a questi, ci sono diversi professionisti che, a volte avendo già qualche laurea precedente, sentono il desiderio di comprendere meglio la propria fede, magari per saperla argomentare in maniera più convincente nei dialoghi con i propri colleghi, o negli altri ambienti culturali che frequentano. Ci sono pure persone non mosse esplicitamente da motivazioni di fede, ma che cercano di comprendere meglio la tradizione culturale cristiana dalla quale, volenti o nolenti, tutti proveniamo.
Tra i criteri che la Costituzione apostolica sulle Università e Facoltà ecclesiastiche “Veritatis Gaudium” indica come “fondamentali” per un rinnovamento e rilancio del contributo degli studi ecclesiastici a una chiesa in uscita missionaria, colpisce l’incoraggiamento a “un dialogo a tutto campo” e a “fare rete”: come si pone il nuovo Istituto in queste prospettive?
Il primo anno è stato fortemente caratterizzato da un lavoro di tessitura delle relazioni tra le due realtà diverse che si sono unite: Belluno e Treviso-Vittorio Veneto. Si è lavorato molto a livello di strutture, ma anche tra docenti, così come si stanno creando relazioni positive tra gli studenti e con i tutor. La rete che si sta tentando di costruire, però, non include solamente i due precedenti Issr, ma si apre anche a realtà culturali del territorio: dalle librerie cattoliche, con cui sono state attivate diverse iniziative di collaborazione, alle associazioni di insegnanti, con le quali si programmano corsi di aggiornamento aperti a tutti i docenti, e non solo a quelli di Religione cattolica. In questo senso, abbiamo trovato grande disponibilità e apertura anche da parte degli uffici diocesani per l’Insegnamento della Religione cattolica delle tre diocesi. Iniziative di progettazione condivisa sono in atto anche con alcuni poli culturali di eccellenza, come il Centro di spiritualità e cultura di Crespano del Grappa, intitolato a don Paolo Chiavacci, che fu profetico nelle sue intuizioni, anticipando di qualche decennio quanto papa Francesco ha scritto nell’enciclica Laudato Si’. Altre forme di collaborazione sono in fase di vaglio, ma ricordiamo qui quella felice con il Gruppo d’Archi Veneto, che è diventato “Complesso in residence” del nostro Istituto, offrendo disponibilità a proporre esecuzioni musicali di alta qualità in cambio dell’ospitalità nei nostri ambienti: ci auguriamo che cresca anche la fase di programmazione e ricerca condivisa, specie nel settore della Musica sacra. Invitiamo tutti coloro che sono interessati a consultare il nostro sito web e la pagina Facebook. (C.A.)