Martedì primo gennaio 2019 ricorre la 52^ Giornata Mondiale della Pace. Verrà celebrata con una iniziativa già collaudata: alle 17.00 partirà dal teatro Comunale a Belluno il Cammino della Pace, con la presenza del vescovo Renato Marangoni, per concludersi in piazza Duomo un’ora dopo, lasciando il testimone alla solenne celebrazione Eucaristica vespertina. La manifestazione è organizzata dalla Caritas diocesana e vede l’adesione dell’Ufficio Missionario, di Libera, di Insieme si può, dell’associazione delle Scuole in rete e del Coordinamento Popoli insieme.
Quanti vorranno partecipare, saranno chiamati a riflettere sul tema scelto dal Papa per la 52^ Giornata Mondiale della Pace: “La buona politica è al servizio della pace”. Il tema sembra voler comporre due elementi conflittuali, se non proprio contraddittori, se restiamo ai sostantivi politica e pace. Le guerre, infatti, nascono dalle ingiustizie, dagli egoismi, dall’intolleranza, dall’odio. E queste cose hanno molto a che fare con una certa politica. Ma il Papa intende parlare di una politica “buona”, che sia mossa cioè da intenzioni buone , che si traduca in opere di giustizia, di equità, di solidarietà, che abbia a cuore la dignità di ogni persona e per fine il bene comune.
Si direbbe una pia illusione. Ma se non credessimo alla possibilità di una politica buona, vorrebbe dire che abbiamo perso la speranza o, come spesso dice Papa Francesco, che ci siamo lasciati rubare la speranza! Certo è che «la politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione». La politica è anche una vera e propria sfida per chi ha ricevuto il mandato di servire il proprio Paese, di proteggere coloro che vi abitano e di promuoverne lo sviluppo autentico. Allora, se attuata nel rispetto fondamentale della vita e della dignità delle persone, la politica può diventare veramente una forma eminente di carità.
Per sintetizzare le virtù della buona politica, il Papa cita le “beatitudini del politico” proposte dal cardinale vietnamita Nguyen Van Thuan, morto nel 2002, il quale aveva subito anni di prigionia nelle carceri comuniste del proprio Paese: «Beato il politico che ha un’alta consapevolezza del suo ruolo. Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità. Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse. Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente. Beato il politico che realizza l’unità. Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale. Beato il politico che sa ascoltare. Beato il politico che non ha paura». La buona politica, rispettando e promuovendo i diritti umani fondamentali, che sono «ugualmente doveri reciproci», osserva il Papa, è al servizio della pace e costruisce legami positivi tra le generazioni.
Vi sono però anche i vizi della politica, e quelli non fatichiamo a riconoscerli presenti nello spazio e nel tempo … Essi seminano la sfiducia e tolgono spazio di responsabilità ai cittadini e ai giovani in particolare, ai quali la cattiva politica non riconosce la possibilità di partecipare a un progetto per il futuro. A settanta anni di distanza dalla approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il Papa ricorda l’urgenza di riprendere il progetto della pace: «La pace, in effetti, è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani. Ma è anche una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno. La pace è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili di questa pace interiore e comunitaria: la pace con sé stessi … la pace con l’altro … la pace con il creato…».L’invito a condividere il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace è per tutti.
Francesco D’Alfonso
direttore Caritas diocesana