Grati alla diocesi di Vittorio Veneto

La casa natale di Papa Luciani

Un esempio di corresponsabilità delle diocesi nel tramandare la memoria di papa Luciani

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La notizia che la diocesi di Vittorio Veneto ha acquistato la casa natale di Papa Luciani nei giorni scorsi ha avuto ampio spazio tra la cronaca locale e perfino nazionale. Il vescovo Corrado Pizziolo ha spiegato pubblicamente le motivazioni della sua iniziativa, chiarendo che la sua diocesi si è mossa grazie al contributo di un benefattore, che ha chiesto di restare anonimo. Mons. Luciani fu per undici anni vescovo di Vittorio Veneto e questo interessamento è un tributo concreto che viene reso alla sua memoria da quella Chiesa locale che lui dichiarò essere stata «il suo primo amore». Siamo grati alla Chiesa cenedese, soprattutto perché così si concretizza la possibilità che alcune parti della casa – quelle che ancora conservano la fattura originaria – siano fruibili per i numerosi pellegrini che visitano Canale d’Agordo: dopo la chiesa parrocchiale e il Museo Albino Luciani, questo terzo sito chiuderà il percorso del pellegrino.

Sui media però si è sorvolato su quanto il vescovo Corrado aveva annotato: «…mi sono reso conto che la diocesi bellunese si trovava in difficoltà per prospettarsi l’acquisto e, conseguentemente, per affrontare l’impegno di gestire la casa». La diocesi di Belluno-Feltre infatti – dopo aver soppesato più e più volte il progetto – ha dovuto rinunciarvi: dal 2003 essa è impegnata in modo rilevante nel sostenere la Causa di canonizzazione. L’impegno dei ricercatori, le loro spese vive, la produzione della documentazione… comportano ogni anno spese significative: entro il 31 marzo di ogni anno il sottoscritto presenta alla Congregazione per le Cause dei Santi un regolare bilancio, validato dal Vescovo e dal Postulatore e poi approvato dal Dicastero romano. Sommate le spese e i contributi liberali, il risultato è costantemente con il segno meno, sicché la diocesi deve intervenire a ripianare il debito; anno dopo anno il passivo totale ha superato i 70mila euro. Inoltre non pare poca cosa il fatto che per oltre due anni un prete sia stato impegnato a tempo pieno a seguire la Causa… Poiché quest’ impegno della nostra diocesi non è emerso negli articoli e nelle interviste di questi giorni, è dovere di verità e giustizia rimarcarlo.

Nel 1982 la diocesi ha fondato e da allora ha sostenuto il Centro Papa Luciani, dove si custodisce la memoria e si approfondisce la spiritualità dell’indimenticabile “don Albino”: trovandomi a guidare questa istituzione, voglio dare evidenza, con i dati dell’anno 2018, alle 12mila presenze di ospiti, ai 450 bambini della prima comunione, ai 400 cresimandi, ai 650 genitori che qui si sono preparati con i loro figli; oltre alle altre attività pastorali e ai convegni culturali che qui si svolgono. Poiché Papa Luciani fu un «impareggiabile catechista», sono convinto che il suo ricordo si custodisca anche in quella «pastorale spicciola che a me piaceva tanto», come un giorno ebbe a dire.

La memoria di Papa Luciani non è solo onore e onere bellunese: la disponibilità della diocesi di Vittorio Veneto è un bell’esempio di quella corresponsabilità di tutte le Chiese, che lo hanno avuto e amato, nel tramandare la sua memoria. Pertanto sono tre le Chiese – Belluno-Feltre, Vittorio Veneto e Venezia – che ora sono impegnate insieme a vagliare un progetto pastorale, che predisponga i pellegrini a visitare i luoghi e i ricordi che ci parlano di Giovanni Paolo I, questo uomo di Dio partito dalla nostra terra e salito al Soglio di Pietro. Mentre attendiamo il giorno in cui salirà agli onori degli altari.

don Davide Fiocco
Incaricato diocesano per la Causa di Canonizzazione
Direttore del Centro Papa Luciani