La consultazione sinodale continua

La proposta dei gruppi sinodali si sta allargando, con particolare attenzione ai giovani

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Sono numerose le sintesi ormai pervenute alla segreteria diocesana da parte dei gruppi sinodali, soprattutto da quelli costituiti nei consigli pastorali parrocchiali, ma anche da altri contesti: gruppi di catechisti, cori parrocchiali, gruppi giovanili. In qualche caso, c’è stata un’inedita “fusione una tantum” tra il consiglio per gli affari economici e il consiglio pastorale.

Sintonizzati sui giovani

Ora la proposta si sta allargando, con una particolare attenzione ai giovani. Non è il solito “contentino”: poiché questo sinodo intende immaginare un futuro diverso per la Chiesa, è giocoforza ascoltare quanti saranno protagonisti di questo futuro. Pare significativo nei documenti ufficiali vaticani il riferimento a un passaggio della Regola di san Benedetto: «Abbiamo detto di consultare tutta la comunità, perché spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore». Anche il novizio ha voce in capitolo!

Nella settimana appena passata si sono tenuti due incontri di formazione per gli animatori dei gruppi giovanili (28 febbraio) e per gli insegnanti di religione nelle scuole superiori (3 marzo), perché anche tra i giovani e nelle scuole si possa avviare questo canale di ascolto.

Invito a cena

Nella serata di sabato 5 marzo, in una casa c’era una tavola preparata per una decina di persone, con un vaso di primule per ciascuno, un buon vino aperto per l’ossigenazione, cibo cucinato con amore. Sembrava una serata come tante altre, ma in realtà si stava preparando un incontro speciale.

Il vescovo Renato ha incontrato sette giovani tra i 28 e 30 anni, con esperienze di fede molto diverse: hanno condiviso la loro esperienza di Chiesa in un dialogo molto sincero e aperto. Hanno osservato con libertà come sentano «la Chiesa lontana nel linguaggio e nell’ascolto»; sono emersi alcuni ricordi positivi del loro passato, legati a figure di preti, «che li hanno accolti così come erano, spesso in situazioni di divertimento e convivialità». Si è parlato di fede, non facile da coltivare oggi senza il retroterra di una famiglia o l’appoggio di chi fa capire che “ne vale la pena”. Si è parlato della Chiesa, «con le sue strutture e i suoi riti, le sue regole spesso lontane dalla vita reale, una Chiesa più giudicante che accogliente; si è parlato di comunità, come luogo di incontro vero, dove ricostruire relazioni sincere». Si è parlato di cristianesimo, «di cui si riconoscono comunque sempre, credenti o non, i valori belli e importanti da recuperare. E ancora del momento storico, in cui la generazione più giovane non vede un futuro chiaro, facile, semplice. E anche di musica che unisce tutti».

Alla fine ci si è lasciati con il desiderio di rivedersi, magari per approfondire ulteriori temi. I giovani hanno parlato a lungo e avevano ancora tante domande. Hanno avvertito un vescovo in ascolto e insieme a loro, «con loro nella ricerca di capire qualcosa di più di questa strana, difficile, meravigliosa vita».

L’orizzonte si allarga

Certo, questi numeri sembrano poco rappresentativi rispetto alla popolazione. È bene ribadire che questa consultazione, che apre a livello diocesano il cammino sinodale universale, non è un’indagine sociologica né tantomeno un censimento, ma è l’inizio di un processo ecclesiale. È come quando il maestro “dà il La”, perché la musica possa cominciare nell’armonia di un accordo: ma lo spartito ci porterà oltre le scadenze fissate dall’agenda. Già in vista del sinodo del 2018, dedicato alla realtà giovanile nella Chiesa, papa Francesco aveva indicato che obiettivo di un sinodo è «imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani e ispiri ai giovani – a tutti i giovani, nessuno escluso – la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo».

Riconoscendo il suo «debito di ascolto», la diocesi di Belluno-Feltre vorrebbe ascoltare anche la voce di chi la frequenta poco o, per vari motivi, se n’è allontanato. Viene proposta anche l’esperienza di un gruppo sinodale sul Cammino delle Dolomiti; però c’è anche la speranza di poter incontrare anche altre persone che lo desiderino. Il Papa ha insistentemente detto che «la Chiesa è in debito di ascolto». Ci sarà qualcuno disposto a parlare alla Chiesa? Crediamo di sì. [DF]